Il contributo analizza lo speciale rapporto tra la fotografia e la rappresentazione della città in alcuni dei protagonisti dell’architettura moderna. Il viaggio «fotografato» (quasi sempre affiancato a quello «disegnato») appare come essenziale momento di formazione – emblematici i viaggi in Germania e in Oriente di Le Corbusier (1910-1911), ma anche quello in Italia di Sigurd Lewerentz (1909) tra città come Roma e Firenze e luoghi dell’antichità come Pompei e la villa di Adriano a Tivoli – e di conoscenza. Ma probabilmente è ancora più interessante osservare il modo in cui la fotografia si configura, attraverso uno «sguardo selettivo», come strumento di scoperta e analisi dello spazio della città; rivelazione spesso di realtà «diverse» rispetto a quelle conosciute: si fa riferimento qui ai fondamentali viaggi di studio negli Stati Uniti (1924) e in Unione Sovietica (1925) di Erich Mendelsohn; ma anche al viaggio/esilio in Giappone di Bruno Taut (1933) che diventa l’occasione per trovare, attraverso un’appassionata indagine, affinità architettoniche vicine al proprio spirito. La fotografia diventa così lo strumento privilegiato per raccontare e interpretare la realtà, ma anche una modalità di raffigurare la città che si trasforma in un importante strumento critico. Si tratta di un processo talmente forte ed essenziale che permette quasi sempre di rintracciarne segni anche nell’opera progettuale di tutti questi protagonisti. Viaggi fotografati in cui diviene inoltre rilevante non solo la rappresentazione dello spazio urbano ma anche tenere la memoria di una cultura diversa dalla propria, come accade nel viaggio in Oriente – che si concluderà in Giappone – dove nel 1970 Carlo Mollino si recherà per visitare l’Esposizione Universale di Osaka.

Il viaggio «fotografato» degli architetti

Nicolò Sardo
2017-01-01

Abstract

Il contributo analizza lo speciale rapporto tra la fotografia e la rappresentazione della città in alcuni dei protagonisti dell’architettura moderna. Il viaggio «fotografato» (quasi sempre affiancato a quello «disegnato») appare come essenziale momento di formazione – emblematici i viaggi in Germania e in Oriente di Le Corbusier (1910-1911), ma anche quello in Italia di Sigurd Lewerentz (1909) tra città come Roma e Firenze e luoghi dell’antichità come Pompei e la villa di Adriano a Tivoli – e di conoscenza. Ma probabilmente è ancora più interessante osservare il modo in cui la fotografia si configura, attraverso uno «sguardo selettivo», come strumento di scoperta e analisi dello spazio della città; rivelazione spesso di realtà «diverse» rispetto a quelle conosciute: si fa riferimento qui ai fondamentali viaggi di studio negli Stati Uniti (1924) e in Unione Sovietica (1925) di Erich Mendelsohn; ma anche al viaggio/esilio in Giappone di Bruno Taut (1933) che diventa l’occasione per trovare, attraverso un’appassionata indagine, affinità architettoniche vicine al proprio spirito. La fotografia diventa così lo strumento privilegiato per raccontare e interpretare la realtà, ma anche una modalità di raffigurare la città che si trasforma in un importante strumento critico. Si tratta di un processo talmente forte ed essenziale che permette quasi sempre di rintracciarne segni anche nell’opera progettuale di tutti questi protagonisti. Viaggi fotografati in cui diviene inoltre rilevante non solo la rappresentazione dello spazio urbano ma anche tenere la memoria di una cultura diversa dalla propria, come accade nel viaggio in Oriente – che si concluderà in Giappone – dove nel 1970 Carlo Mollino si recherà per visitare l’Esposizione Universale di Osaka.
2017
978-88-99930-02-8
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
SARDO_AISU_2017.pdf

solo gestori di archivio

Tipologia: Versione Editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 4.29 MB
Formato Adobe PDF
4.29 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/404704
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact