During our existence we experiment various boundaries which define us, pointing out discontinuity, walls to break, prohibitions to respect, real or symbolic tales. The board surrounding us, influencing every angle and in all perspective, starting from our unchangeable date of birth, time, place, family, language, country, from the shell of our own skin, from the sensitive horizon, intellectually sentimental of our soul to finish with the last term of death (Remo Bodei). The human kind condition is distinguished by being surrounded by limits moving and changing. Man is the human being with no boundaries, because once discovered most of the time he overcame them. Facing the complexity of similar questions it is fundamental to replace the limit’s idea, having partially lost our full awareness, which was normal in other time, in order to be able to define the extensions of our liberty and to calibrate the range of our desire. In a world changing quickly where architecture primal function is to protect and shape human activities, it’s important to acknowledge the multiple and concrete aspect of single boundaries, rediscovering , from time to time, the reasons establishing the importance criteria and carry out a careful mapping. It’s necessary to inhabit the boundaries and not erasing them, it’s necessary to inhabit the space not to reach new aim but to learn to live in our planet. In such a way it will be possible to recognize the primal function of architecture which should quit its own planet because only by looking at the Moon surface and observing other planets of un-breathable atmosphere, of extreme temperature, we can feel the earth nostalgia, the only place where life still possible before it is destroyed by our behavior.

La condizione della specie umana è contraddistinta dall'essere circoscritta da limiti che sono mobili e cangianti, l'uomo è l'essere che non ha confini, perché nel trovarli per lo più, li supera. Di fronte alla complessità di simili questioni è diventato urgente rimpiazzare l’idea di limite, di cui si è in parte persa la piena consapevolezza, normale in altri tempi, in modo da essere meglio in grado di definire l'estensione della nostra libertà e di calibrare la portata dei nostri desideri. In un mondo che cambia velocemente e in cui l’architettura sta perdendo la sua funzione primaria, quella di proteggere e dare forma alle attività umane, è necessario riconoscere i molteplici e concreti aspetti dei singoli limiti, riscoprirne, di volta in volta, le ragioni, stabilirne i criteri di rilevanza e compierne un'attenta mappatura. E’ necessario abitare i limiti e non cancellarli, è necessario abitare lo spazio non per raggiungere nuovi traguardi ma per imparare a vivere sul nostro pianeta. In questo modo sarà possibile riconoscere la funzione primaria dell’architettura, che deve abbandonare il proprio pianeta perché solo guardando la superficie della Luna e osservando gli altri pianeti dalle atmosfere irrespirabili, dalle temperature estreme, si può riscoprire la nostalgia per la Terra, unico luogo dove la vita è ancora possibile prima che sia distrutta dai nostri comportamenti. L’ambiguità dell’impresa spaziale, in cui il proiettarsi verso l’esterno si intreccia con il desiderio di ritorno rimette l’uomo al centro del mondo. Questi progetti non realizzabili in tempi ragionevoli, manifestano la nostalgia di un futuro possibile, indicano un avvenire in cui ci vedremo comunque obbligati a metterli in pratica, per poi poter tornare finalmente a casa.

LIVING THE BOUNDARIES

GALOFARO, Luca
2016-01-01

Abstract

During our existence we experiment various boundaries which define us, pointing out discontinuity, walls to break, prohibitions to respect, real or symbolic tales. The board surrounding us, influencing every angle and in all perspective, starting from our unchangeable date of birth, time, place, family, language, country, from the shell of our own skin, from the sensitive horizon, intellectually sentimental of our soul to finish with the last term of death (Remo Bodei). The human kind condition is distinguished by being surrounded by limits moving and changing. Man is the human being with no boundaries, because once discovered most of the time he overcame them. Facing the complexity of similar questions it is fundamental to replace the limit’s idea, having partially lost our full awareness, which was normal in other time, in order to be able to define the extensions of our liberty and to calibrate the range of our desire. In a world changing quickly where architecture primal function is to protect and shape human activities, it’s important to acknowledge the multiple and concrete aspect of single boundaries, rediscovering , from time to time, the reasons establishing the importance criteria and carry out a careful mapping. It’s necessary to inhabit the boundaries and not erasing them, it’s necessary to inhabit the space not to reach new aim but to learn to live in our planet. In such a way it will be possible to recognize the primal function of architecture which should quit its own planet because only by looking at the Moon surface and observing other planets of un-breathable atmosphere, of extreme temperature, we can feel the earth nostalgia, the only place where life still possible before it is destroyed by our behavior.
2016
9783863359447
La condizione della specie umana è contraddistinta dall'essere circoscritta da limiti che sono mobili e cangianti, l'uomo è l'essere che non ha confini, perché nel trovarli per lo più, li supera. Di fronte alla complessità di simili questioni è diventato urgente rimpiazzare l’idea di limite, di cui si è in parte persa la piena consapevolezza, normale in altri tempi, in modo da essere meglio in grado di definire l'estensione della nostra libertà e di calibrare la portata dei nostri desideri. In un mondo che cambia velocemente e in cui l’architettura sta perdendo la sua funzione primaria, quella di proteggere e dare forma alle attività umane, è necessario riconoscere i molteplici e concreti aspetti dei singoli limiti, riscoprirne, di volta in volta, le ragioni, stabilirne i criteri di rilevanza e compierne un'attenta mappatura. E’ necessario abitare i limiti e non cancellarli, è necessario abitare lo spazio non per raggiungere nuovi traguardi ma per imparare a vivere sul nostro pianeta. In questo modo sarà possibile riconoscere la funzione primaria dell’architettura, che deve abbandonare il proprio pianeta perché solo guardando la superficie della Luna e osservando gli altri pianeti dalle atmosfere irrespirabili, dalle temperature estreme, si può riscoprire la nostalgia per la Terra, unico luogo dove la vita è ancora possibile prima che sia distrutta dai nostri comportamenti. L’ambiguità dell’impresa spaziale, in cui il proiettarsi verso l’esterno si intreccia con il desiderio di ritorno rimette l’uomo al centro del mondo. Questi progetti non realizzabili in tempi ragionevoli, manifestano la nostalgia di un futuro possibile, indicano un avvenire in cui ci vedremo comunque obbligati a metterli in pratica, per poi poter tornare finalmente a casa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/401460
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