Saggio sull'influenza del Superstudio in Giappone. Il contributo appare nel catalogo della mostra Invisible Architecture. Italian and Japanese architectural movements in the 1960s and 1970s and the contemporary debate. Fili invisibili legano due paesi tanto diversi e lontani come Italia e Giappone. Sono quelli della creatività, dell’innovazione, del rispetto e talvolta della critica per la tradizione e la storia. Uno di questi fili invisibili è rappresentato dall’architettura. Entrambi i paesi hanno saputo essere al centro di grandi rivoluzioni e allo stesso tempo hanno deciso di ignorare questa loro capacità di creare e innovare. Centocinquant’anni sono passati da quando i due paesi hanno inaugurato i loro rapporti e poco più di cinquanta ne sono trascorsi da quando entrambi furono tra i protagonisti assoluti di quella che è stata l’ultima avanguardia mondiale in architettura con le produzioni teoriche dei gruppi dei metabolisti giapponesi e dei radicali italiani. Cinquant’anni fa i due paesi erano in piena espansione demografica, economica e culturale e quelle avanguardie ben rappresentavano i fermenti più vivaci delle rispettive proposte architettoniche. In un curioso parallelo, cinquant’anni dopo Italia e Giappone vivono un’epoca di riflusso culturale ed economico e una nuova generazione di architetti e teorici dell’architettura affronta le tematiche senza tempo del vivere, dell’abitare e del progettare. Questo volume e la mostra omonima presentano un inedito e innovativo parallelo tra i due paesi, tra due generazioni, tra due modi di fare architettura e di vedere il futuro. Gabriele Mastrigli è membro del Comitato scientifico della mostra
Designer who philosophize. Superstudio in Japan
MASTRIGLI, Gabriele
2017-01-01
Abstract
Saggio sull'influenza del Superstudio in Giappone. Il contributo appare nel catalogo della mostra Invisible Architecture. Italian and Japanese architectural movements in the 1960s and 1970s and the contemporary debate. Fili invisibili legano due paesi tanto diversi e lontani come Italia e Giappone. Sono quelli della creatività, dell’innovazione, del rispetto e talvolta della critica per la tradizione e la storia. Uno di questi fili invisibili è rappresentato dall’architettura. Entrambi i paesi hanno saputo essere al centro di grandi rivoluzioni e allo stesso tempo hanno deciso di ignorare questa loro capacità di creare e innovare. Centocinquant’anni sono passati da quando i due paesi hanno inaugurato i loro rapporti e poco più di cinquanta ne sono trascorsi da quando entrambi furono tra i protagonisti assoluti di quella che è stata l’ultima avanguardia mondiale in architettura con le produzioni teoriche dei gruppi dei metabolisti giapponesi e dei radicali italiani. Cinquant’anni fa i due paesi erano in piena espansione demografica, economica e culturale e quelle avanguardie ben rappresentavano i fermenti più vivaci delle rispettive proposte architettoniche. In un curioso parallelo, cinquant’anni dopo Italia e Giappone vivono un’epoca di riflusso culturale ed economico e una nuova generazione di architetti e teorici dell’architettura affronta le tematiche senza tempo del vivere, dell’abitare e del progettare. Questo volume e la mostra omonima presentano un inedito e innovativo parallelo tra i due paesi, tra due generazioni, tra due modi di fare architettura e di vedere il futuro. Gabriele Mastrigli è membro del Comitato scientifico della mostraI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.