I virus influenzali aviari (virus a RNA appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae, Genere Orthomyxovirus, tipo A) sono largamente diffusi, in particolare negli uccelli acquatici che ne rappresentano il naturale reservoir. Il comportamento migratorio di molti di questi uccelli amplifica il loro ruolo di diffusori del virus. Tutte le combinazioni degli antigeni emoagglutinina (16 HA) e neuroamminidasi (9 NA) sono state isolate dai volatili selvatici, responsabili della permanenza in natura dei virus a bassa patogenicità (LPAI, Low Pathogenicity Avian Influenza). Recenti ricerche hanno mostrato che tali stipiti, dopo aver circolato per un certo periodo nella popolazione avicola, possono mutare in virus altamente patogeni (HPAI, High Pathogenicity Avian Influenza). Ne sono testimonianza le epidemie occorse nel Sud-Est Asiatico, in Sud Africa, in Europa e in Italia. Inoltre, la comparsa del sottotipo H5N1 ad alta patogenicità ha determinato un elemento nuovo nel comportamento del virus nelle specie selvatiche. Attualmente endemico in vaste zone dell’Asia, dell’Europa e dell’Africa, il virus H5N1 presenta caratteristiche epidemiologiche nuove, quali: - il ruolo di “spill over” e l’elevata persistenza dell’infezione nelle popolazioni selvatiche; - l’elevata persistenza del virus in aree vaste ed ecologicamente diversificate; - il continuo adattamento a nuovi ospiti. Negli ultimi anni, sono emerse numerose segnalazioni riguardanti infezioni umane causate da virus aviari dotati di elevata patogenicità, quali A(H5N1), A(H7N7) e A(H9N9), divenendo più concreto e persistente il rischio di una pandemia influenzale. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2009, un nuovo virus influenzale di tipo A di origine suina – A(H1N1) – è comparso in Messico e negli Stati Uniti. Da studi di analisi filogenetica su tutti i segmenti genomici è emerso come questo virus fosse un quadruplo riassortante, contenente segmenti genici umani, aviari e suini. Il virus influenzale A(H1N1) è in grado di diffondersi efficientemente da persona a persona e, in data 11 giugno 2009, il World Health Organization ha dichiarato la fase 6 di allerta pandemica indicando di fatto il nuovo virus come il vero protagonista della prima pandemia del nuovo millennio.

Influenza aviaria: vecchi e nuovi scenari epidemiologici

ATTILI, Annarita
2009-01-01

Abstract

I virus influenzali aviari (virus a RNA appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae, Genere Orthomyxovirus, tipo A) sono largamente diffusi, in particolare negli uccelli acquatici che ne rappresentano il naturale reservoir. Il comportamento migratorio di molti di questi uccelli amplifica il loro ruolo di diffusori del virus. Tutte le combinazioni degli antigeni emoagglutinina (16 HA) e neuroamminidasi (9 NA) sono state isolate dai volatili selvatici, responsabili della permanenza in natura dei virus a bassa patogenicità (LPAI, Low Pathogenicity Avian Influenza). Recenti ricerche hanno mostrato che tali stipiti, dopo aver circolato per un certo periodo nella popolazione avicola, possono mutare in virus altamente patogeni (HPAI, High Pathogenicity Avian Influenza). Ne sono testimonianza le epidemie occorse nel Sud-Est Asiatico, in Sud Africa, in Europa e in Italia. Inoltre, la comparsa del sottotipo H5N1 ad alta patogenicità ha determinato un elemento nuovo nel comportamento del virus nelle specie selvatiche. Attualmente endemico in vaste zone dell’Asia, dell’Europa e dell’Africa, il virus H5N1 presenta caratteristiche epidemiologiche nuove, quali: - il ruolo di “spill over” e l’elevata persistenza dell’infezione nelle popolazioni selvatiche; - l’elevata persistenza del virus in aree vaste ed ecologicamente diversificate; - il continuo adattamento a nuovi ospiti. Negli ultimi anni, sono emerse numerose segnalazioni riguardanti infezioni umane causate da virus aviari dotati di elevata patogenicità, quali A(H5N1), A(H7N7) e A(H9N9), divenendo più concreto e persistente il rischio di una pandemia influenzale. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2009, un nuovo virus influenzale di tipo A di origine suina – A(H1N1) – è comparso in Messico e negli Stati Uniti. Da studi di analisi filogenetica su tutti i segmenti genomici è emerso come questo virus fosse un quadruplo riassortante, contenente segmenti genici umani, aviari e suini. Il virus influenzale A(H1N1) è in grado di diffondersi efficientemente da persona a persona e, in data 11 giugno 2009, il World Health Organization ha dichiarato la fase 6 di allerta pandemica indicando di fatto il nuovo virus come il vero protagonista della prima pandemia del nuovo millennio.
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