Il paesaggio toscano evoca l'attrattività che questa regione ha esercitato, per molto tempo, su importanti flussi di visitatori provenienti dalle altre regioni d'Italia, dall'Europa del Nord e persino da oltreoceano. Dal momento in cui si è diffusa la cultura del viaggio come strumento per soddisfare curiosità e conoscenza (vedi esempio del Grand Tour, XVIII-XIX sec.), le principali attrazioni sono state le città, le produzioni artistiche e la straordinarietà paesaggistica, cui sono seguite (nella prima metà del XX secolo) le aree wilderness, i paesaggi agrari e i piccoli borghi. In questa estensione della domanda turistica, dalle mete eccezionali, ma limitate nel numero, a quelle apparentemente più modeste, certamente meno note, ma più numerose e diffuse, il paesaggio diventa un layout molto importante e la Toscana ha tutte le carte in regola per presentarsi come portavoce del "Belpaese". Negli anni Sessanta, in questa regione, si registra l'esplosione del turismo legato alla fruizione e all'osservazione della natura e dei paesaggi rurali; nel contempo gli esperti di marketing territoriale si esercitano in quest'area, per legare i prodotti ai paesaggi. Qui, prima che altrove, è stato colto il nesso profondo tra la bellezza e il valore economico di un sito. Forse anche per le rilevanti ricadute nel campo socio economico, il paesaggio è stato considerato, in questa regione, non solo sfondo dal valore puramente scenico ed estetico, bensì anche oggetto ed effetto delle azioni prodotte dall'uomo sull'ambiente e quindi intimamente connesso con le dinamiche urbanistiche e territoriali.
Il paesaggio nelle politiche di pianificazione della Regione Toscana
SARGOLINI, Massimo
2014-01-01
Abstract
Il paesaggio toscano evoca l'attrattività che questa regione ha esercitato, per molto tempo, su importanti flussi di visitatori provenienti dalle altre regioni d'Italia, dall'Europa del Nord e persino da oltreoceano. Dal momento in cui si è diffusa la cultura del viaggio come strumento per soddisfare curiosità e conoscenza (vedi esempio del Grand Tour, XVIII-XIX sec.), le principali attrazioni sono state le città, le produzioni artistiche e la straordinarietà paesaggistica, cui sono seguite (nella prima metà del XX secolo) le aree wilderness, i paesaggi agrari e i piccoli borghi. In questa estensione della domanda turistica, dalle mete eccezionali, ma limitate nel numero, a quelle apparentemente più modeste, certamente meno note, ma più numerose e diffuse, il paesaggio diventa un layout molto importante e la Toscana ha tutte le carte in regola per presentarsi come portavoce del "Belpaese". Negli anni Sessanta, in questa regione, si registra l'esplosione del turismo legato alla fruizione e all'osservazione della natura e dei paesaggi rurali; nel contempo gli esperti di marketing territoriale si esercitano in quest'area, per legare i prodotti ai paesaggi. Qui, prima che altrove, è stato colto il nesso profondo tra la bellezza e il valore economico di un sito. Forse anche per le rilevanti ricadute nel campo socio economico, il paesaggio è stato considerato, in questa regione, non solo sfondo dal valore puramente scenico ed estetico, bensì anche oggetto ed effetto delle azioni prodotte dall'uomo sull'ambiente e quindi intimamente connesso con le dinamiche urbanistiche e territoriali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.