Dati epidemiologici mostrano che il numero di persone che attuano un’alimentazione gluten free è in costante aumento. Causa di ciò sono i disturbi glutine correlati. Molto sappiamo sull’eziopatogenesi, sui meccanismi biochimici e molecolari fino alla terapia grazie anche al forte ed innovativo contributo delle scienze omiche (metabolomica, proteomica, nutrigenomica). Forte rimane, comunque l’esigenza di migliorare la compliance alla dieta gluten free. Durante la presentazione si propone a tale scopo, un nuovo approccio: il nutrition-coaching. Oltre alla celiachia esistono altre “reazioni avverse al glutine”. La celiachia, malattia sistemica di tipo autoimmune su base genetica è caratterizzata soprattutto da un innalzamento degli anticorpi anti-transglutaminasi tissutale responsabili dell’infiammazione cronica dell’intestino in risposta all’ingestione di glutine. Il quadro clinico, che deriva dall’atrofia dei villi fino alla loro comparsa e danno mucosale, comprende manifestazioni gastrointestinali (vomito, diarrea, meteorismo), neuropsochiatriche (atassia, epilessia, cefalea), ematologiche (anemia), muscoloscheletriche (osteomalacia, miopatia), cutanee (dermatite, pigmentazione alterata) fino a quelle renali (diuresi notturna) e dell’apparato riproduttivo (aborti e infertilità). Un vero camaleonte clinico. Esiste poi la sensibilità al glutine, recentemente oggi definita come Non-Celiac Gluten Sensitivity (NCGS). E’ una sindrome, non autoimmune e non allergica, caratterizzata da sintomi intestinali (gonfiore, diarrea) ed extraintestinali (mente annebbiata, senso di affaticamento) sempre conseguenti all’ingestione di glutine in soggetti che non hanno nè l’allergia al grano nè celiachia. Lo “spettro celiaco” si completa includendo sia la dermatite erpetiforme (celiachia della pelle) che l’atassia da glutine (patologia neurologica). Infine la famiglia dei disturbi glutine correlati include l’allergia al frumento, reazione su base allergica prevalentemente IgE-mediata nei confronti delle gliadine, frazione proteica del glutine. L’unica ed univoca terapia unanimamente accettata dalla comunità scientifica è una rigorosa dieta gluten free oggi declinata come Green-Blue DIET gluten free. Un’alimentazione, uno stile di vita ed una lumosity celebrale, con chiaro riferimento alle peculiarità della Dieta Mediterranea ma nel pieno rispetto delle risorse green (suolo) e blue (acqua) del Pianeta. Il modello, caratterizzato da un’abbondante consumo di prodotti di origine vegetale; moderati/bassi quantitativi di prodotti di origine animale; olio di oliva come unica fonte di grassi e una moderata quantità di vino, garantisce il miglioramento dello stato di salute. Scompaiono infatti i sintomi peculiari dei disturbi glutine correlati ma si attua anche una corretta prevenzione primaria delle patologie cronico-degenerative quali patologie cardio e/o neuro-vascolari, stroke, neoplasie e malattie dismetaboliche quali diabete o sindrome metabolica. A corollario di questi aspetti squisitamente medico-nutrizionali ci sono quelli culturali e quelli legati alla convivialità, alle condizioni pedo-climatiche fino agli aspetti etici. Fondamento imprescindibile è il controllo dell’assenza di glutine e della contaminazione pertanto massima è l’attenzione al gruppo dei cereali. Oltre a mais e riso – cereali storici dell’alimentazione gluten free – sono su un piano privilegiato sia i cereali minori (teff, miglio, chia) che i pseudocereali (amaranto, quinoa, grano saraceno). Oltre al miglioramento del profilo nutrizionale, questi hanno grandi potenzialità economiche per le principali aree di coltivazioni: i Paesi sotto-sviluppati. Infatti le farine ottenute da questi cereali sono ottime materie prime per i prodotti dietoterapici gluten-free. Sebbene dunque numerosi sono i punti di forza il paziente solleva numerosi interrogativi sulla corretta attuazione della terapia gluten free, temendo ripercussioni negative sulla qualità della vita e sui rapporti sociali pertanto scarsa è la compliance. Sulla base di queste considerazioni nasce la proposta di un approccio innovativo, originale, creativo ma soprattutto efficace: il Nutrition-Coaching. Il nutrition-coach - professionista che fonda il suo Know-How sulle discipline fondanti la salute umana - smontando vecchi e obsoleti stereotipi del rapporto medico-paziente fa diventare ogni relazione unica, efficace e irripetibile. Mai sarà prescrittore autoritario di regole quanto piuttosto colui che accoglie in modo empatico-consapevole e senza giudizio; colui che ascolta facilitando la raccolta di informazioni e l’assunzione del punto di vista del paziente; colui che si allea con il paziente, in modo autentico così da formare/informare, allenare e accompagnarlo all’obiettivo cioè attuare per tutta la vita, una dieta gluten free.

Disturbi glutine correlati e nutrion-coaching: nuovo approccio per la terapia nutrizionale

GABBIANELLI, Rosita
2013-01-01

Abstract

Dati epidemiologici mostrano che il numero di persone che attuano un’alimentazione gluten free è in costante aumento. Causa di ciò sono i disturbi glutine correlati. Molto sappiamo sull’eziopatogenesi, sui meccanismi biochimici e molecolari fino alla terapia grazie anche al forte ed innovativo contributo delle scienze omiche (metabolomica, proteomica, nutrigenomica). Forte rimane, comunque l’esigenza di migliorare la compliance alla dieta gluten free. Durante la presentazione si propone a tale scopo, un nuovo approccio: il nutrition-coaching. Oltre alla celiachia esistono altre “reazioni avverse al glutine”. La celiachia, malattia sistemica di tipo autoimmune su base genetica è caratterizzata soprattutto da un innalzamento degli anticorpi anti-transglutaminasi tissutale responsabili dell’infiammazione cronica dell’intestino in risposta all’ingestione di glutine. Il quadro clinico, che deriva dall’atrofia dei villi fino alla loro comparsa e danno mucosale, comprende manifestazioni gastrointestinali (vomito, diarrea, meteorismo), neuropsochiatriche (atassia, epilessia, cefalea), ematologiche (anemia), muscoloscheletriche (osteomalacia, miopatia), cutanee (dermatite, pigmentazione alterata) fino a quelle renali (diuresi notturna) e dell’apparato riproduttivo (aborti e infertilità). Un vero camaleonte clinico. Esiste poi la sensibilità al glutine, recentemente oggi definita come Non-Celiac Gluten Sensitivity (NCGS). E’ una sindrome, non autoimmune e non allergica, caratterizzata da sintomi intestinali (gonfiore, diarrea) ed extraintestinali (mente annebbiata, senso di affaticamento) sempre conseguenti all’ingestione di glutine in soggetti che non hanno nè l’allergia al grano nè celiachia. Lo “spettro celiaco” si completa includendo sia la dermatite erpetiforme (celiachia della pelle) che l’atassia da glutine (patologia neurologica). Infine la famiglia dei disturbi glutine correlati include l’allergia al frumento, reazione su base allergica prevalentemente IgE-mediata nei confronti delle gliadine, frazione proteica del glutine. L’unica ed univoca terapia unanimamente accettata dalla comunità scientifica è una rigorosa dieta gluten free oggi declinata come Green-Blue DIET gluten free. Un’alimentazione, uno stile di vita ed una lumosity celebrale, con chiaro riferimento alle peculiarità della Dieta Mediterranea ma nel pieno rispetto delle risorse green (suolo) e blue (acqua) del Pianeta. Il modello, caratterizzato da un’abbondante consumo di prodotti di origine vegetale; moderati/bassi quantitativi di prodotti di origine animale; olio di oliva come unica fonte di grassi e una moderata quantità di vino, garantisce il miglioramento dello stato di salute. Scompaiono infatti i sintomi peculiari dei disturbi glutine correlati ma si attua anche una corretta prevenzione primaria delle patologie cronico-degenerative quali patologie cardio e/o neuro-vascolari, stroke, neoplasie e malattie dismetaboliche quali diabete o sindrome metabolica. A corollario di questi aspetti squisitamente medico-nutrizionali ci sono quelli culturali e quelli legati alla convivialità, alle condizioni pedo-climatiche fino agli aspetti etici. Fondamento imprescindibile è il controllo dell’assenza di glutine e della contaminazione pertanto massima è l’attenzione al gruppo dei cereali. Oltre a mais e riso – cereali storici dell’alimentazione gluten free – sono su un piano privilegiato sia i cereali minori (teff, miglio, chia) che i pseudocereali (amaranto, quinoa, grano saraceno). Oltre al miglioramento del profilo nutrizionale, questi hanno grandi potenzialità economiche per le principali aree di coltivazioni: i Paesi sotto-sviluppati. Infatti le farine ottenute da questi cereali sono ottime materie prime per i prodotti dietoterapici gluten-free. Sebbene dunque numerosi sono i punti di forza il paziente solleva numerosi interrogativi sulla corretta attuazione della terapia gluten free, temendo ripercussioni negative sulla qualità della vita e sui rapporti sociali pertanto scarsa è la compliance. Sulla base di queste considerazioni nasce la proposta di un approccio innovativo, originale, creativo ma soprattutto efficace: il Nutrition-Coaching. Il nutrition-coach - professionista che fonda il suo Know-How sulle discipline fondanti la salute umana - smontando vecchi e obsoleti stereotipi del rapporto medico-paziente fa diventare ogni relazione unica, efficace e irripetibile. Mai sarà prescrittore autoritario di regole quanto piuttosto colui che accoglie in modo empatico-consapevole e senza giudizio; colui che ascolta facilitando la raccolta di informazioni e l’assunzione del punto di vista del paziente; colui che si allea con il paziente, in modo autentico così da formare/informare, allenare e accompagnarlo all’obiettivo cioè attuare per tutta la vita, una dieta gluten free.
2013
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275
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