La costruzione di domanda architettonica nasce esclusivamente da un’esigenza di carattere estetico da affidare ad una sorta di “elite” più o meno colta e sofisticata oppure da un’idea di società, territorio, città, architettura che deve essere immaginata? Proprio la capacità di sviluppare nuove visioni rimettendo in gioco quei valori di “conflitto” sui quali si fonda la nostra cultura, natura/artificio_ vecchio/nuovo_ crescita/decrescita_ fisico/digitale, appare la via capace di restituire alla forma architettonica il dominio delle nuove istanze salvaguardando l’unità e la qualità del progetto di architettura: l’idea che il conflitto possa tornare ad essere il motore del progetto della città. L’università con le sue competenze “alte” e pluridisciplinari torna ad aprirsi al sociale per cogliere le domande che si sollevano dalla realtà e, dall’alto della sua “terzietà”, si propone come luogo di incontro, condivisione e controllo di un territorio sempre più caratterizzato da processi di negoziazione che quasi mai rispondono ad una “visione complessiva” e che oggi, troppo spesso, sono di esclusiva competenza delle strutture tecniche del pubblico. Parole chiave 1. Conflitti, 2. Gli attori del progetto, 3. Lo strapotere delle strutture pubbliche del progetto
Desiderare l'architettura
ROMAGNI, Ludovico
2014-01-01
Abstract
La costruzione di domanda architettonica nasce esclusivamente da un’esigenza di carattere estetico da affidare ad una sorta di “elite” più o meno colta e sofisticata oppure da un’idea di società, territorio, città, architettura che deve essere immaginata? Proprio la capacità di sviluppare nuove visioni rimettendo in gioco quei valori di “conflitto” sui quali si fonda la nostra cultura, natura/artificio_ vecchio/nuovo_ crescita/decrescita_ fisico/digitale, appare la via capace di restituire alla forma architettonica il dominio delle nuove istanze salvaguardando l’unità e la qualità del progetto di architettura: l’idea che il conflitto possa tornare ad essere il motore del progetto della città. L’università con le sue competenze “alte” e pluridisciplinari torna ad aprirsi al sociale per cogliere le domande che si sollevano dalla realtà e, dall’alto della sua “terzietà”, si propone come luogo di incontro, condivisione e controllo di un territorio sempre più caratterizzato da processi di negoziazione che quasi mai rispondono ad una “visione complessiva” e che oggi, troppo spesso, sono di esclusiva competenza delle strutture tecniche del pubblico. Parole chiave 1. Conflitti, 2. Gli attori del progetto, 3. Lo strapotere delle strutture pubbliche del progettoFile | Dimensione | Formato | |
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