Nella prefazione a Ivanhoe, Walter Scott ricorda l'avversione, da parte dei lettori, verso il letterato che travalica i propri confini tematici, estendendo il propio campo d'azione, contagiando e lasciandosi contaminare da altri campi di approfondimento. Scott fa riferimento, in particolare, agli artisti che tentano di ampliare i confini della loro arte affrontando nuovi spazi della riflessione rispetto al proprio ambito tematico di riferimento. Questa considerazione potrebbe traslarsi, con uguale efficacia, nel campo della ricerca scientifica, dove l'accademia si ostina ad avversare l'azione del ricercatore che si muove oltre i confini della propria disciplina, tentando di fecondare rapporti tra saperi che inevitabilmente dovranno interagire per affrontare alcune tematiche progettuali dichiaratamente intersettoriali. Il caso studio in esame è, in tal senso, paradigmatico. Se l'obiettivo del convegno, che la Comunità Montana Ambito 5 della Regione Marche, insieme al Comune di Camerino e alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino, ha accuratamente organizzato, è quello di esaminare uno sviluppo intelligente della viabilità marchigiana, in stretta relazione con la qualità dei paesaggi attraversati, è evidente che la mutua fecondazione di apporti disciplinari diversi e complementari si rende necessaria. Per questo, sono presenti in questa sala: storici, economisti, sociologi, architetti, ingegneri, urbanisti. Le esperienze effettuate nel campo della pianificazione del paesaggio suggeriscono un precipuo passaggio metodologico da mettere in atto perchè la compagine variegata di esperti coinvolti possa, infine, fornire un prodotto realmente utile al decisore politico: è opportuno che ognuno, nel fare la propria parte, provi a travalicare gli angusti confini del campo di competenze specifico, avventurandosi in quei "campi ecotonali del sapere" dove le proposte disciplinari si sovrappongono, non elidendosi reciprocamente bensì contaminandosi fecondamente. Questo significa, ad esempio, che lo storico dovrà condurre gli approfondimenti nel suo campo di studio (che, certamente, sarà quello della ricerca delle antiche tracce di questo antico tragitto da Roma a Loreto, a partire dalle motivazioni commerciali a quelle religiose), ma poi dovrà trovare occasioni di confronto con le dinamiche territoriali e socio economiche e gli eventi trasformativi contemporanei per tentare di riempirli di contenuti e di sostanza provenienti dal passato. Dal canto suo, l'esperto di progettazione degli spazi della contemporaneità non potrà fermarsi a studiare le dinamiche trasformative in corso, ma dovrà anche riscoprire nuovi ruoli e usi per antichi beni e risorse da inglobare nei nuovi equilibri territoriali, coniugando le motivazioni storiche con quelle socio economiche. Ancora più urgente e intenso dovrebbe essere il contatto e il confronto all'interno delle discipline inerenti la progettazione architettonica e urbanistica. Quando manca un'idea di territorio e di città, un disegno condiviso, l'estetica diventa fine a se stessa e si confonde con il puro virtuosismo formale. Soltanto in presenza di etica della città e del territorio, l'abilità e la cultura dell'architetto diventa un fattore fondamentale per raggiungere la qualità progettuale desiderata. Dunque è improponibile un progetto di riequilibrio urbano e territoriale, in un'area come quella oggetto di studio, senza lo svolgimento di un dialogo incessante tra le scienze dell'architettura, quelle storiche, quelle socio economiche e quelle urbanistiche.

I PAESAGGI CONTEMPORANEI ATTRAVERSATI DALL'ANTICA VIA LAURETANA

SARGOLINI, Massimo;
2014-01-01

Abstract

Nella prefazione a Ivanhoe, Walter Scott ricorda l'avversione, da parte dei lettori, verso il letterato che travalica i propri confini tematici, estendendo il propio campo d'azione, contagiando e lasciandosi contaminare da altri campi di approfondimento. Scott fa riferimento, in particolare, agli artisti che tentano di ampliare i confini della loro arte affrontando nuovi spazi della riflessione rispetto al proprio ambito tematico di riferimento. Questa considerazione potrebbe traslarsi, con uguale efficacia, nel campo della ricerca scientifica, dove l'accademia si ostina ad avversare l'azione del ricercatore che si muove oltre i confini della propria disciplina, tentando di fecondare rapporti tra saperi che inevitabilmente dovranno interagire per affrontare alcune tematiche progettuali dichiaratamente intersettoriali. Il caso studio in esame è, in tal senso, paradigmatico. Se l'obiettivo del convegno, che la Comunità Montana Ambito 5 della Regione Marche, insieme al Comune di Camerino e alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Camerino, ha accuratamente organizzato, è quello di esaminare uno sviluppo intelligente della viabilità marchigiana, in stretta relazione con la qualità dei paesaggi attraversati, è evidente che la mutua fecondazione di apporti disciplinari diversi e complementari si rende necessaria. Per questo, sono presenti in questa sala: storici, economisti, sociologi, architetti, ingegneri, urbanisti. Le esperienze effettuate nel campo della pianificazione del paesaggio suggeriscono un precipuo passaggio metodologico da mettere in atto perchè la compagine variegata di esperti coinvolti possa, infine, fornire un prodotto realmente utile al decisore politico: è opportuno che ognuno, nel fare la propria parte, provi a travalicare gli angusti confini del campo di competenze specifico, avventurandosi in quei "campi ecotonali del sapere" dove le proposte disciplinari si sovrappongono, non elidendosi reciprocamente bensì contaminandosi fecondamente. Questo significa, ad esempio, che lo storico dovrà condurre gli approfondimenti nel suo campo di studio (che, certamente, sarà quello della ricerca delle antiche tracce di questo antico tragitto da Roma a Loreto, a partire dalle motivazioni commerciali a quelle religiose), ma poi dovrà trovare occasioni di confronto con le dinamiche territoriali e socio economiche e gli eventi trasformativi contemporanei per tentare di riempirli di contenuti e di sostanza provenienti dal passato. Dal canto suo, l'esperto di progettazione degli spazi della contemporaneità non potrà fermarsi a studiare le dinamiche trasformative in corso, ma dovrà anche riscoprire nuovi ruoli e usi per antichi beni e risorse da inglobare nei nuovi equilibri territoriali, coniugando le motivazioni storiche con quelle socio economiche. Ancora più urgente e intenso dovrebbe essere il contatto e il confronto all'interno delle discipline inerenti la progettazione architettonica e urbanistica. Quando manca un'idea di territorio e di città, un disegno condiviso, l'estetica diventa fine a se stessa e si confonde con il puro virtuosismo formale. Soltanto in presenza di etica della città e del territorio, l'abilità e la cultura dell'architetto diventa un fattore fondamentale per raggiungere la qualità progettuale desiderata. Dunque è improponibile un progetto di riequilibrio urbano e territoriale, in un'area come quella oggetto di studio, senza lo svolgimento di un dialogo incessante tra le scienze dell'architettura, quelle storiche, quelle socio economiche e quelle urbanistiche.
2014
9788849527186
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/305182
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