Il problema della qualità dell'aria degli ambienti confinati, in questi ultimi anni, ha acquisito una notevole rilevanza dal momento che le persone trascorrono periodi sempre più lunghi in ambienti confinati per diverse finalità (abitative, lavorative, ricreative). Dai risul- tati di un'indagine dell'OMS si evidenzia che gli Europei trascorrono circa il 90% della loro vita in ambienti chiusi (12); questa tendenza comporta l'esigenza di vivere in case e struttu- re edilizie in grado di assicurare un ambiente sano, sulla base di parametri ottimali per l'in- dividuo dal punto di vista psicofisiologico, sociologico, economico ed estetico: elementi che rappresentano il cosiddetto" comfort" . Situazioni di mancanza di comfort possono essere generate da contaminazioni sia da parte di agenti dovuti alle attività antropiche, sia da inquinanti provenienti dall'esterno; si può, infatti, verificare oggi che la regolare aerazione degli ambienti non riduca, anzi aumenti, il tasso degli inquinanti, dal momento che l'aria dei grandi centri urbani o delle zone industrializzate, può risultare particolarmente inquinata. La massiccia richiesta di abitazioni ha inoltre determinato, nel mercato edilizio, il fre- quente ricorso a modalità costruttive che hanno utilizzato materiali edili non sempre idonei e igienicamente salubri. Sensazioni di disagio possono originarsi inoltre anche dalla genera- zione di campi elettrici e magnetici da parte degli impianti e degli elettrodomestici dell'abi- tazione, dall'inquinamento biologico (impianti di climatizzazione dell'aria, acari, ecc.). infine da microclima inadeguato, ecc. AI fine di una migliore salvaguardia della salute nell'ambiente abitativo, sulla spinta dei movimenti ecologisti sorti negli anni '60 in nord Europa, si è sentita l'esigenza di adottare un "modo di costruire" incentrato a valorizzare l'ambiente nel quale il nuovo edificio deve essere collocato, facendo sì che r 'organismo edilizio" si integri con coloro che vi abitano fornendo quel senso di benessere, appagamento e rilassatezza di cui oggi si sente sempre pru l'esigenza (10). Questa corrente di pensiero ha costituito la base sulla quale si fonda l'Architettura Bioecologica; trattasi di una visione progettuale che si sforza di intervenire sull'ambiente, con la finalità di contribuire ad un miglioramento della vita dell'intera collettività, in modo biocompatibile ed ecosostenibile, fungendo così da punto di incontro tra le tecniche edilizie tradizionali e la ricerca scientifica d'avanguardia. L'informazione messa in atto dalle comunità scientifiche di tutto il mondo sui probabi- li rischi connessi con l'inquinamento indoor, ha determinato, anche nel nostro Paese, una maggiore sensibilità ed attenzione nei confronti dei problemi legati alla vita negli ambienti confinati, sottolineando la necessità di affrontare questa tematica con un approccio multidi- sciplinare, essendo coinvolte per la costruzione degli edifici, molteplici professionalità, come ad esempio, il medico igienista, il geologo, ecc., ed estendendo la valutazione del comfort abitativo, non soltanto agli ambienti adibiti ad attività lavorative o ad uso collettivo (1,2,3,4,6,9,13,16), ma anche alle abitazioni private (5,7,8,12,15) in considerazione anche del fatto che una buona fascia della popolazione (anziani, malati, casalinghe, bambini) par- ticolarmente vulnerabile all' azione degli eventuali agenti nocivi, trascorre in casa la maggior parte delle ore della giornata. In questa indagine è stato utilizzato e distribuito un questionario, realizzato da Fusillo et al. (7), sulle caratteristiche edilizie di alcune abitazioni marchigiane prese a campione, in considerazione che la nostra Regione presenta caratteristiche peculiari legate alla diffusione di piccole e medie attività incustria!i che caratterizzano il cosiddetto "modello marchigia- no u (14). Tale modello economico, dovuto ad una politica di sviluppo imprenditoriale che, nella Regione, ha privilegiato lo sviluppo di imprese a gestione familiare, con una media di 6,4 dipendenti per azienda (11), ha portato, nel settore edilizio, ad edificare strutture cosid- dette" casa-bottega", dove l'abitazione è completamente assorbita nel complesso della struttura artigiana o industriale. L'indagine ha riguardato 1833 abitazioni di alcune città dell'entroterra marchigiano.

Edilizia abitativa e riflessi sanitari

GRAPPASONNI, Iolanda;PETRELLI, Fabio;COCCHIONI, Mario
1997-01-01

Abstract

Il problema della qualità dell'aria degli ambienti confinati, in questi ultimi anni, ha acquisito una notevole rilevanza dal momento che le persone trascorrono periodi sempre più lunghi in ambienti confinati per diverse finalità (abitative, lavorative, ricreative). Dai risul- tati di un'indagine dell'OMS si evidenzia che gli Europei trascorrono circa il 90% della loro vita in ambienti chiusi (12); questa tendenza comporta l'esigenza di vivere in case e struttu- re edilizie in grado di assicurare un ambiente sano, sulla base di parametri ottimali per l'in- dividuo dal punto di vista psicofisiologico, sociologico, economico ed estetico: elementi che rappresentano il cosiddetto" comfort" . Situazioni di mancanza di comfort possono essere generate da contaminazioni sia da parte di agenti dovuti alle attività antropiche, sia da inquinanti provenienti dall'esterno; si può, infatti, verificare oggi che la regolare aerazione degli ambienti non riduca, anzi aumenti, il tasso degli inquinanti, dal momento che l'aria dei grandi centri urbani o delle zone industrializzate, può risultare particolarmente inquinata. La massiccia richiesta di abitazioni ha inoltre determinato, nel mercato edilizio, il fre- quente ricorso a modalità costruttive che hanno utilizzato materiali edili non sempre idonei e igienicamente salubri. Sensazioni di disagio possono originarsi inoltre anche dalla genera- zione di campi elettrici e magnetici da parte degli impianti e degli elettrodomestici dell'abi- tazione, dall'inquinamento biologico (impianti di climatizzazione dell'aria, acari, ecc.). infine da microclima inadeguato, ecc. AI fine di una migliore salvaguardia della salute nell'ambiente abitativo, sulla spinta dei movimenti ecologisti sorti negli anni '60 in nord Europa, si è sentita l'esigenza di adottare un "modo di costruire" incentrato a valorizzare l'ambiente nel quale il nuovo edificio deve essere collocato, facendo sì che r 'organismo edilizio" si integri con coloro che vi abitano fornendo quel senso di benessere, appagamento e rilassatezza di cui oggi si sente sempre pru l'esigenza (10). Questa corrente di pensiero ha costituito la base sulla quale si fonda l'Architettura Bioecologica; trattasi di una visione progettuale che si sforza di intervenire sull'ambiente, con la finalità di contribuire ad un miglioramento della vita dell'intera collettività, in modo biocompatibile ed ecosostenibile, fungendo così da punto di incontro tra le tecniche edilizie tradizionali e la ricerca scientifica d'avanguardia. L'informazione messa in atto dalle comunità scientifiche di tutto il mondo sui probabi- li rischi connessi con l'inquinamento indoor, ha determinato, anche nel nostro Paese, una maggiore sensibilità ed attenzione nei confronti dei problemi legati alla vita negli ambienti confinati, sottolineando la necessità di affrontare questa tematica con un approccio multidi- sciplinare, essendo coinvolte per la costruzione degli edifici, molteplici professionalità, come ad esempio, il medico igienista, il geologo, ecc., ed estendendo la valutazione del comfort abitativo, non soltanto agli ambienti adibiti ad attività lavorative o ad uso collettivo (1,2,3,4,6,9,13,16), ma anche alle abitazioni private (5,7,8,12,15) in considerazione anche del fatto che una buona fascia della popolazione (anziani, malati, casalinghe, bambini) par- ticolarmente vulnerabile all' azione degli eventuali agenti nocivi, trascorre in casa la maggior parte delle ore della giornata. In questa indagine è stato utilizzato e distribuito un questionario, realizzato da Fusillo et al. (7), sulle caratteristiche edilizie di alcune abitazioni marchigiane prese a campione, in considerazione che la nostra Regione presenta caratteristiche peculiari legate alla diffusione di piccole e medie attività incustria!i che caratterizzano il cosiddetto "modello marchigia- no u (14). Tale modello economico, dovuto ad una politica di sviluppo imprenditoriale che, nella Regione, ha privilegiato lo sviluppo di imprese a gestione familiare, con una media di 6,4 dipendenti per azienda (11), ha portato, nel settore edilizio, ad edificare strutture cosid- dette" casa-bottega", dove l'abitazione è completamente assorbita nel complesso della struttura artigiana o industriale. L'indagine ha riguardato 1833 abitazioni di alcune città dell'entroterra marchigiano.
1997
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