Il Testo propone cinque impegnative tracce di riflessione riguardo alla nuova “impronta” che l’avvento del digitale va imprimendo sulla cultura di progetto. Sinteticamente secondo la loro titolazion : 1. Webness, in cui si esamina come Il flusso massiccio di informazioni sia il fenomeno caratterizzante dell’era digitale; - 2 HyperAtlas; In cui ci interroga sul come si rappresenta il reale, oggi, nell’ epoca dei sistemi fluidi, Qualè cioè sia oggi la sua nuova mappa; -3 Niente di default, nota di critica verso una didattica del digitale che corra il rischio di separare il fare dal sapere, in favore invece di un insegnamento mirato alla comprensione dell’intelligenza oggettivata delle interfacce dei vari software grafici, ovvero della loro logica costitutiva reticolare; -4 Spazialità digitale (‘ricombinante’) in cui si propone una riflessione sulle prerogative dei riferimenti concettuali con i quali abbiamo concepito fino ad oggi lo spazio architettonico e sulla loro messa in discussione da parte di molta dell’architettura in digitale; - 5. Haptic e animation in cui si avanzano due argomentate osservazioni su due fenomeni peculiari dei prodotti della rappresentazione digitale: a) il carattere prevalente plastico dei suoi oggetti che sembrano mirare al tatto più che alla vista b) la loro trasformabilità cinetica, ovvero la loro prerogativa morfogenetica dipendente costitutivamente dal tempo.
Intorno a un’impronta: cinque tracce di riflessione
CERVELLINI, Francesco
2005-01-01
Abstract
Il Testo propone cinque impegnative tracce di riflessione riguardo alla nuova “impronta” che l’avvento del digitale va imprimendo sulla cultura di progetto. Sinteticamente secondo la loro titolazion : 1. Webness, in cui si esamina come Il flusso massiccio di informazioni sia il fenomeno caratterizzante dell’era digitale; - 2 HyperAtlas; In cui ci interroga sul come si rappresenta il reale, oggi, nell’ epoca dei sistemi fluidi, Qualè cioè sia oggi la sua nuova mappa; -3 Niente di default, nota di critica verso una didattica del digitale che corra il rischio di separare il fare dal sapere, in favore invece di un insegnamento mirato alla comprensione dell’intelligenza oggettivata delle interfacce dei vari software grafici, ovvero della loro logica costitutiva reticolare; -4 Spazialità digitale (‘ricombinante’) in cui si propone una riflessione sulle prerogative dei riferimenti concettuali con i quali abbiamo concepito fino ad oggi lo spazio architettonico e sulla loro messa in discussione da parte di molta dell’architettura in digitale; - 5. Haptic e animation in cui si avanzano due argomentate osservazioni su due fenomeni peculiari dei prodotti della rappresentazione digitale: a) il carattere prevalente plastico dei suoi oggetti che sembrano mirare al tatto più che alla vista b) la loro trasformabilità cinetica, ovvero la loro prerogativa morfogenetica dipendente costitutivamente dal tempo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.