Il concetto di spazio è qui indagato in molti modi. Il primo – comune alla sezione dedicata agli artisti - è lo spazio fisico vero e proprio, inteso soprattutto secondo una declinazione oggi terribilmente “time specific”, quella dello spazio individuale. A ognuno dei progettisti invitati verrà infatti chiesto di interpretare il tema dello “spazio espositivo minimo”, una specie di one man room: “un museo da uno”, che dovrà essere accesibile ai visitatori. Il secondo concetto spaziale indagato è quello dello spazio del museo e in particolare del museo MAXXI. E’ infatti ovvio che l’organizzazione interna del nuovo spazio espositivo tende a richiedere a chi espone un pensiero/progetto specifico. Le installazioni degli architetti avranno quindi il compito di interagire con quelle degli artisti anche in un altro modo. I progetti degli architetti saranno infatti gli elementi che struttureranno lo spazio, lo divideranno, permetteranno di articolare un percorso espositivo, stabilento in questo modo un dialogo immediato e incisivo con lo spazio architettonico delineato da Zaha Hadid. Il terzo è uno spazio più concettuale, e cioè lo spazio culturale e operativo che il MAXXI architettura intende occupare nella sua attività presente e futura. Ed è anche il “tipo di spazio” che ci permette di tenere ancora distinta l’architettura dall’arte, in quanto disciplina che definisce la sua natura non solo attraverso l’intenzione espressiva dell’autore, ma anche attraverso la relazione con chi la “abita” e con la funzione che svolge. A ognuno degli architetti invitati verrà quindi dato il compito di esporre, nello spazio espositivo che realizzerà, uno specifico “pezzo” della collezione maxxi_architettura, scelto in modo da poter presentare i vari settori di attività del museo: la collezione di disegni, modelli e fotografie, la tutela del paesaggio, gli archivi, il design, la promozione del contemporaneo, la storia, le iniziative concorsuali, ecc.
Three Steps in the Space
CIORRA, Giuseppe
2010-01-01
Abstract
Il concetto di spazio è qui indagato in molti modi. Il primo – comune alla sezione dedicata agli artisti - è lo spazio fisico vero e proprio, inteso soprattutto secondo una declinazione oggi terribilmente “time specific”, quella dello spazio individuale. A ognuno dei progettisti invitati verrà infatti chiesto di interpretare il tema dello “spazio espositivo minimo”, una specie di one man room: “un museo da uno”, che dovrà essere accesibile ai visitatori. Il secondo concetto spaziale indagato è quello dello spazio del museo e in particolare del museo MAXXI. E’ infatti ovvio che l’organizzazione interna del nuovo spazio espositivo tende a richiedere a chi espone un pensiero/progetto specifico. Le installazioni degli architetti avranno quindi il compito di interagire con quelle degli artisti anche in un altro modo. I progetti degli architetti saranno infatti gli elementi che struttureranno lo spazio, lo divideranno, permetteranno di articolare un percorso espositivo, stabilento in questo modo un dialogo immediato e incisivo con lo spazio architettonico delineato da Zaha Hadid. Il terzo è uno spazio più concettuale, e cioè lo spazio culturale e operativo che il MAXXI architettura intende occupare nella sua attività presente e futura. Ed è anche il “tipo di spazio” che ci permette di tenere ancora distinta l’architettura dall’arte, in quanto disciplina che definisce la sua natura non solo attraverso l’intenzione espressiva dell’autore, ma anche attraverso la relazione con chi la “abita” e con la funzione che svolge. A ognuno degli architetti invitati verrà quindi dato il compito di esporre, nello spazio espositivo che realizzerà, uno specifico “pezzo” della collezione maxxi_architettura, scelto in modo da poter presentare i vari settori di attività del museo: la collezione di disegni, modelli e fotografie, la tutela del paesaggio, gli archivi, il design, la promozione del contemporaneo, la storia, le iniziative concorsuali, ecc.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.