Il mondo del design si trova oggi in un momento decisivo della propria storia e per la sua ulteriore evoluzione. Dietro al neologismo semantico di “Design Olistico” - dove per design si intende l’insieme delle attività di ricerca, ideazione e progettazione finalizzate alla realizzazione di un qualsiasi prodotto, sia materiale che immateriale, e per olistico (dal greco holos: ‘tutto’, ‘intero’) ci si riferisce all’affermazione che il tutto non è la somma delle parti e che l’insieme non può essere spiegato dall’analisi del funzionamento delle sue componenti - si recepisce e si vuole diffondere una tendenza che, attualmente, sta percorrendo il mondo della progettazione industriale: quella relativa all’importanza ed alla fecondità di un orientamento volto alla soddisfazione di un’utenza sempre più estesa e di una filosofia del progetto che non faccia più discriminazioni, per convenienza economica o per consapevolezza miope, tra maggioranze e minoranze, tra bambini ed anziani, tra normodotati e diversamente abili, nonché tra l’uomo e gli habitat in cui questi vive. Del resto, a partire dagli anni ‘20 del 1900, l’approccio sistemico ha investito quasi simultaneamente molte altre discipline, dall’ecologia alla medicina, dalla fisica alla filosofia, apportando enormi contributi alla crescita culturale. Ed oggi l’attualità del Design for All testimonia apertamente come anche il mondo della progettazione industriale abbia fatto propria la prospettiva olistica da cui guardare le problematiche cui far fronte. Il presente testo passa in rassegna i tratti distintivi e gli obiettivi del Design for All, i quali sono riconducibili alla cruciale presa di coscienza dell’uomo contemporaneo davanti alle difficoltà intrinseche di un mondo che diventa sempre più complesso. Il Design for All è anche l’avanguardia capace di fronteggiare quei socio-problemi causati da sperequazioni etiche tuttora perduranti e trattenute da una memoria culturale che insiste, più o meno consapevolmente, a vedere la realtà in modo riduzionista, approccio quest’ultimo che focalizza bene le parti ma perde di vista l’insieme. La prospettiva del Design for All, che ha fatto propri i risultati di quello che potremmo definire ‘riduzionismo progettuale’ ma che ha ormai trasceso i suoi limiti, concorre dunque a neutralizzare la visione gerarchica dell’essere, la sterile compartimentazione della società e, in ultima analisi, la frammentazione della conoscenza. E ciò proprio in virtù del suo saper guardare e voler studiare i rapporti che si instaurano tra ciascun componente di un qualsivoglia processo progettuale. L’impressione che si ha leggendo questo testo è connessa ad un sentimento di persuasione - dall’autore affermata tra le righe - rapportabile al fatto che forse si è sul punto di attingere l’opportunità di compiere una nuova rivoluzione culturale scaturente dal rimpiazzo dei paradigmi del passato diventati, ormai, antiquati per andare incontro alle esigenze degli utenti. La rivoluzione è appunto il Design for All che, ad esempio, vuole abbattere definitivamente uno dei principali archetipi di un vecchio modo di pensare all’architettura ed al design: quello rappresentato dal concetto di ‘uomo medio’ per sostituirlo con quello, assai più adatto ed opportuno, di ‘individuo reale’. I paragrafi di questo libro cercano di mostrare quanto il Design for All, assurgendo a nuova filosofia del progetto, meriti di essere diffuso essendo in grado sia di promettere che di mantenere.

Design Olistico. Progettare Secondo i Principi del DfA

LUPACCHINI, Andrea
2010-01-01

Abstract

Il mondo del design si trova oggi in un momento decisivo della propria storia e per la sua ulteriore evoluzione. Dietro al neologismo semantico di “Design Olistico” - dove per design si intende l’insieme delle attività di ricerca, ideazione e progettazione finalizzate alla realizzazione di un qualsiasi prodotto, sia materiale che immateriale, e per olistico (dal greco holos: ‘tutto’, ‘intero’) ci si riferisce all’affermazione che il tutto non è la somma delle parti e che l’insieme non può essere spiegato dall’analisi del funzionamento delle sue componenti - si recepisce e si vuole diffondere una tendenza che, attualmente, sta percorrendo il mondo della progettazione industriale: quella relativa all’importanza ed alla fecondità di un orientamento volto alla soddisfazione di un’utenza sempre più estesa e di una filosofia del progetto che non faccia più discriminazioni, per convenienza economica o per consapevolezza miope, tra maggioranze e minoranze, tra bambini ed anziani, tra normodotati e diversamente abili, nonché tra l’uomo e gli habitat in cui questi vive. Del resto, a partire dagli anni ‘20 del 1900, l’approccio sistemico ha investito quasi simultaneamente molte altre discipline, dall’ecologia alla medicina, dalla fisica alla filosofia, apportando enormi contributi alla crescita culturale. Ed oggi l’attualità del Design for All testimonia apertamente come anche il mondo della progettazione industriale abbia fatto propria la prospettiva olistica da cui guardare le problematiche cui far fronte. Il presente testo passa in rassegna i tratti distintivi e gli obiettivi del Design for All, i quali sono riconducibili alla cruciale presa di coscienza dell’uomo contemporaneo davanti alle difficoltà intrinseche di un mondo che diventa sempre più complesso. Il Design for All è anche l’avanguardia capace di fronteggiare quei socio-problemi causati da sperequazioni etiche tuttora perduranti e trattenute da una memoria culturale che insiste, più o meno consapevolmente, a vedere la realtà in modo riduzionista, approccio quest’ultimo che focalizza bene le parti ma perde di vista l’insieme. La prospettiva del Design for All, che ha fatto propri i risultati di quello che potremmo definire ‘riduzionismo progettuale’ ma che ha ormai trasceso i suoi limiti, concorre dunque a neutralizzare la visione gerarchica dell’essere, la sterile compartimentazione della società e, in ultima analisi, la frammentazione della conoscenza. E ciò proprio in virtù del suo saper guardare e voler studiare i rapporti che si instaurano tra ciascun componente di un qualsivoglia processo progettuale. L’impressione che si ha leggendo questo testo è connessa ad un sentimento di persuasione - dall’autore affermata tra le righe - rapportabile al fatto che forse si è sul punto di attingere l’opportunità di compiere una nuova rivoluzione culturale scaturente dal rimpiazzo dei paradigmi del passato diventati, ormai, antiquati per andare incontro alle esigenze degli utenti. La rivoluzione è appunto il Design for All che, ad esempio, vuole abbattere definitivamente uno dei principali archetipi di un vecchio modo di pensare all’architettura ed al design: quello rappresentato dal concetto di ‘uomo medio’ per sostituirlo con quello, assai più adatto ed opportuno, di ‘individuo reale’. I paragrafi di questo libro cercano di mostrare quanto il Design for All, assurgendo a nuova filosofia del progetto, meriti di essere diffuso essendo in grado sia di promettere che di mantenere.
2010
9788860555182
276
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/201585
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