Nell’ambito di una ricerca finanziata dal Ministero dell’Università, l’articolo in esame analizza i principi costituzionali il cui esame è fondamentale per affrontare il tema dei rapporti tra la cronaca giudiziaria e il processo penale. Capovolgendo l’opinione corrente, secondo la quale il legislatore sarebbe sostanzialmente libero di regolare in modo discrezionale tale rapporto, lo scritto intende dimostrare come la regolamentazione del diritto di cronaca giudiziaria debba trovare un punto d’equilibrio tra diversi interessi meritevoli di tutela: da un lato, l’interesse dell’opinione pubblica al controllo sull’esercizio del potere giudiziario, che è favorito dall’informazione giudiziaria; dall’altro lato, una serie di altri interessi che potrebbero essere compromessi da un uso indiscriminato dell’informazione giudiziaria: l’interesse all’efficace perseguimento dei reati; il diritto alla riservatezza dei soggetti coinvolti; la presunzione d’innocenza dell’imputato. Si tratta di stabilire quali sacrifici si possano configurare a vantaggio di quei beni senza negare il diritto di cronaca. Dopo aver classificato la libertà di informazione nelle sue due componenti riconducibili all’art. 21 Cost., date dal diritto di informare (o informazione dal lato attivo in cui si esprime la cronaca) e diritto ad essere informati (o informazione dal lato passivo che compete ai singoli destinatari della notizia), lo scritto passa in rassegna i limiti posti dalla disciplina del segreto investigativo (art. 329) e dal divieto di pubblicazione degli atti (art. 114 c.p.p.), e alla distinzione inafferrabile tra pubblicazione del contenuto di un atto e pubblicazione dell’atto sul quale tale disciplina è costruita. Nel contesto di una ricerca innovativa accolta con particolare successo sia dalle istituzioni, sia dai mass-media (in particolare televisivi) l’opera si segnala per il suo rigore metodologico e per l’originalità dell’impostazione.

Cronaca giudiziaria e principi costituzionali

GRIFANTINI, Fabio Maria
2001-01-01

Abstract

Nell’ambito di una ricerca finanziata dal Ministero dell’Università, l’articolo in esame analizza i principi costituzionali il cui esame è fondamentale per affrontare il tema dei rapporti tra la cronaca giudiziaria e il processo penale. Capovolgendo l’opinione corrente, secondo la quale il legislatore sarebbe sostanzialmente libero di regolare in modo discrezionale tale rapporto, lo scritto intende dimostrare come la regolamentazione del diritto di cronaca giudiziaria debba trovare un punto d’equilibrio tra diversi interessi meritevoli di tutela: da un lato, l’interesse dell’opinione pubblica al controllo sull’esercizio del potere giudiziario, che è favorito dall’informazione giudiziaria; dall’altro lato, una serie di altri interessi che potrebbero essere compromessi da un uso indiscriminato dell’informazione giudiziaria: l’interesse all’efficace perseguimento dei reati; il diritto alla riservatezza dei soggetti coinvolti; la presunzione d’innocenza dell’imputato. Si tratta di stabilire quali sacrifici si possano configurare a vantaggio di quei beni senza negare il diritto di cronaca. Dopo aver classificato la libertà di informazione nelle sue due componenti riconducibili all’art. 21 Cost., date dal diritto di informare (o informazione dal lato attivo in cui si esprime la cronaca) e diritto ad essere informati (o informazione dal lato passivo che compete ai singoli destinatari della notizia), lo scritto passa in rassegna i limiti posti dalla disciplina del segreto investigativo (art. 329) e dal divieto di pubblicazione degli atti (art. 114 c.p.p.), e alla distinzione inafferrabile tra pubblicazione del contenuto di un atto e pubblicazione dell’atto sul quale tale disciplina è costruita. Nel contesto di una ricerca innovativa accolta con particolare successo sia dalle istituzioni, sia dai mass-media (in particolare televisivi) l’opera si segnala per il suo rigore metodologico e per l’originalità dell’impostazione.
2001
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