La mastite subclinica nell'ovino rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari. La presenza di una infezione intramammaria oltre che causare un aumento delle cellule somatiche induce alterazioni delle caratteristiche organolettiche del latte stesso. Allo scopo di mettere in relazione la presenza di eventuali microrganismi mastidogeni con le caratteristiche qualitative del latte, da 20 pecore di razza Comisana sono stati prelevati 160 campioni di latte, raccolti sterilmente per emimammella, a cadenza quindicinale e per un periodo di 120 giorni a partire da 60 giorni dopo il parto. Sul latte prelevato sono stati eseguiti esami batteriologici, conta cellulare e analisi fisico chimiche e tecnologiche. La presenza di agenti mastidogeni, caratterizzati da diversa virulenza, è stata rilevata sul 22,5% dei campioni. Staphylococcus xylosus è risultato essere il microrganismo più frequentemente isolato con il 38,89% dei campioni positivi seguito da Streptococcus agalactiae (37,78%) e Staphylococcus aureus (16,67%). Staphylococcus epidermidis, Staphylococcus lentus e Staphylococcus miti, sempre associato a Staphylococcus aureus, sono stati isolati ciascuno nel 5,56% dei campioni. Il latte delle emimammelle infette da S. agalactiae, da S. aureus o dall'associazione S. aureus e S. mitis, ha evidenziato il più alto numero di cellule somatiche con un Lineare Score, rispettivamente di 5.78, 4.67 e 4.90, valori significativamente superiori (P<0,01) a quelli riscontrati nei campioni in cui è stato isolato S. xylosus (2,68) e in quelli in cui non è stato isolato alcun microrganismo (2,85). I campioni infetti da S. epidermidis hanno presentato un LS di 4.10 considerabile come valore intermedio. L'innalzamento dei leucociti neutrofili con la formazione di coaguli di fibrina è solitamente una conseguenza dell'azione patogena di S. agalactiae e S. aureus che a lora volta sono da considerare la causa principale della rapida involuzione del tessuto alveolare confermata dal maggior livello di plasmina, rispettivamente 12.41 e 16.50 mg/l, significativamente superiore al valore ottenuto nei campioni con S. xylosus e S. lentus, rispettivamente 7.00 e 4.48 mg/l. Sempre nei campioni con presenza di S. agalactiae e S. aureus è stato possibile apprezzare una sensibile riduzione dell'indice caseinico (77,91 e 78,86) e conseguentemente una più bassa percentuale di campioni reattivi all'aggiunta di caglio pari rispettivamente al 25% e 28% contro il 78% dei campioni con assenza di microrganismi patogeni. Tuttavia in merito a tale parametro, anche i campioni da cui sono stati isolati S. lentus e S. xylosus hanno presentato una bassa reattività pari rispettivamente al 32% e 29%; tali risultati non concordano con le caratteristiche patogenetiche di questi microrganismi e richiedono ulteriori indagini al fine di confermare tali valori. I parametri lattodinamografici misurati sui campioni reattivi non hanno evidenziato differenze evidenti in funzione della presenza o assenza di microrganismi. Alla luce dei risultati ottenuti, S. agalactiae e S. aureus si confermano, anche nell'ovino, i microrganismi responsabili delle maggiori alterazioni della mammella sia da un punto di vista funzionale che delle caratteristiche organolettiche del latte prodotto e suggeriscono la necessità di un continuo monitoraggio al fine di intervenire tempestivamente e con una adeguata terapia per la rapida risoluzione di tali infezioni.

Microrganismi mastidogeni e caratteristiche qualitative del latte di pecore Comisane.

ATTILI, Annarita;CUTERI, Vincenzo;PREZIUSO, Silvia;
2004-01-01

Abstract

La mastite subclinica nell'ovino rappresenta uno dei maggiori problemi sanitari. La presenza di una infezione intramammaria oltre che causare un aumento delle cellule somatiche induce alterazioni delle caratteristiche organolettiche del latte stesso. Allo scopo di mettere in relazione la presenza di eventuali microrganismi mastidogeni con le caratteristiche qualitative del latte, da 20 pecore di razza Comisana sono stati prelevati 160 campioni di latte, raccolti sterilmente per emimammella, a cadenza quindicinale e per un periodo di 120 giorni a partire da 60 giorni dopo il parto. Sul latte prelevato sono stati eseguiti esami batteriologici, conta cellulare e analisi fisico chimiche e tecnologiche. La presenza di agenti mastidogeni, caratterizzati da diversa virulenza, è stata rilevata sul 22,5% dei campioni. Staphylococcus xylosus è risultato essere il microrganismo più frequentemente isolato con il 38,89% dei campioni positivi seguito da Streptococcus agalactiae (37,78%) e Staphylococcus aureus (16,67%). Staphylococcus epidermidis, Staphylococcus lentus e Staphylococcus miti, sempre associato a Staphylococcus aureus, sono stati isolati ciascuno nel 5,56% dei campioni. Il latte delle emimammelle infette da S. agalactiae, da S. aureus o dall'associazione S. aureus e S. mitis, ha evidenziato il più alto numero di cellule somatiche con un Lineare Score, rispettivamente di 5.78, 4.67 e 4.90, valori significativamente superiori (P<0,01) a quelli riscontrati nei campioni in cui è stato isolato S. xylosus (2,68) e in quelli in cui non è stato isolato alcun microrganismo (2,85). I campioni infetti da S. epidermidis hanno presentato un LS di 4.10 considerabile come valore intermedio. L'innalzamento dei leucociti neutrofili con la formazione di coaguli di fibrina è solitamente una conseguenza dell'azione patogena di S. agalactiae e S. aureus che a lora volta sono da considerare la causa principale della rapida involuzione del tessuto alveolare confermata dal maggior livello di plasmina, rispettivamente 12.41 e 16.50 mg/l, significativamente superiore al valore ottenuto nei campioni con S. xylosus e S. lentus, rispettivamente 7.00 e 4.48 mg/l. Sempre nei campioni con presenza di S. agalactiae e S. aureus è stato possibile apprezzare una sensibile riduzione dell'indice caseinico (77,91 e 78,86) e conseguentemente una più bassa percentuale di campioni reattivi all'aggiunta di caglio pari rispettivamente al 25% e 28% contro il 78% dei campioni con assenza di microrganismi patogeni. Tuttavia in merito a tale parametro, anche i campioni da cui sono stati isolati S. lentus e S. xylosus hanno presentato una bassa reattività pari rispettivamente al 32% e 29%; tali risultati non concordano con le caratteristiche patogenetiche di questi microrganismi e richiedono ulteriori indagini al fine di confermare tali valori. I parametri lattodinamografici misurati sui campioni reattivi non hanno evidenziato differenze evidenti in funzione della presenza o assenza di microrganismi. Alla luce dei risultati ottenuti, S. agalactiae e S. aureus si confermano, anche nell'ovino, i microrganismi responsabili delle maggiori alterazioni della mammella sia da un punto di vista funzionale che delle caratteristiche organolettiche del latte prodotto e suggeriscono la necessità di un continuo monitoraggio al fine di intervenire tempestivamente e con una adeguata terapia per la rapida risoluzione di tali infezioni.
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