La monografia approfondisce le ragioni per le quali ancora oggi la fattispecie dell’impresa agricola è una vitale regola ordinante del diritto agrario. Preso atto della recente rifondazione legislativa dell’impresa agricola che riconferma, ponendola su nuove e più sicure basi, la distinzione con l’impresa commerciale, il lavoro sottopone a verifica le profonde ragioni giustificatrici di una speciale regolazione dei rapporti economici agricoli fondata, ora, esplicitamente, sulla natura dell’attività incentrata sul ciclo biologico, e sviluppata dal legislatore nazionale nella prospettiva di incentivare al meglio i diversi modelli di agricoltura comunitaria che trovano attuazione per la primauté del diritto dell’Unione Europea, risultato reso più agevole da forme di canalizzazione e condizionamento dell’attività economica in agricoltura consentite dalla nostra Carta Costituzionale. Analizzate dall’angolo prospettico della razionalità assiologia, le motivazioni in grado di giustificare tanto la distinzione tra imprese agricole e imprese commerciali, quanto la speciale disciplina delle prime rispetto alle seconde, sono identificate, da un lato, nella specificità del rischio biologico peculiare di un’attività, quale quella agricola, che consiste nella cura e nello sviluppo del ciclo biologico di carattere vegetale e animale; dall’altro, nella particolarità del rischio economico collegato alla specificità del mercato dei prodotti agricoli caratterizzato da una domanda anelastica sia rispetto al prezzo, sia rispetto al reddito dei consumatori. Una volta superata positivamente la valutazione della razionalità assiologica delle nuove disposizioni che hanno rifondato l’impresa agricola avendo individuato lo scopo di politica legislativa nel porre tale impresa in posizione di uguaglianza e di parità con l’impresa commerciale, il lavoro approfondisce, sotto il profilo della razionalità teleologica, la complessa opera di riforma dell’imprenditore agricolo evidenziando qualche perplessità sia in relazione alla mancata differenziazione del fenomeno imprenditoriale in agricoltura sulla base dei profili dimensionali, utile anche ai fini di una auspicabile estensione della disciplina del fallimento, sia nei confronti di alcuni casi di allargamento della agrarietà dell’impresa al di là di ogni ragionevole confine, potendo comportare tale fatto pericolose derive verso una panagrarietà foriera di possibili dequalificazioni degli stessi operatori del settore primario. Il lavoro si struttura in quattro capitoli che hanno i seguenti titoli: • Capitolo I: Nozione di agricoltura e attività agricola in forma di impresa nelle fonti costituzionali e comunitarie. • Capitolo II: L’impresa agricola come vitale regola ordinante del diritto agrario moderno. • Capitolo III: L’impresa agricola tra “vecchio” e “nuovo” articolo 2135 c.c.: il paradigma dell’agrarietà. • Capitolo IV: Attività essenzialmente agricole e attività connesse Seguono le conclusioni e l’indice degli Autori.
Studio sull’impresa agricola
PETRELLI, Luca
2007-01-01
Abstract
La monografia approfondisce le ragioni per le quali ancora oggi la fattispecie dell’impresa agricola è una vitale regola ordinante del diritto agrario. Preso atto della recente rifondazione legislativa dell’impresa agricola che riconferma, ponendola su nuove e più sicure basi, la distinzione con l’impresa commerciale, il lavoro sottopone a verifica le profonde ragioni giustificatrici di una speciale regolazione dei rapporti economici agricoli fondata, ora, esplicitamente, sulla natura dell’attività incentrata sul ciclo biologico, e sviluppata dal legislatore nazionale nella prospettiva di incentivare al meglio i diversi modelli di agricoltura comunitaria che trovano attuazione per la primauté del diritto dell’Unione Europea, risultato reso più agevole da forme di canalizzazione e condizionamento dell’attività economica in agricoltura consentite dalla nostra Carta Costituzionale. Analizzate dall’angolo prospettico della razionalità assiologia, le motivazioni in grado di giustificare tanto la distinzione tra imprese agricole e imprese commerciali, quanto la speciale disciplina delle prime rispetto alle seconde, sono identificate, da un lato, nella specificità del rischio biologico peculiare di un’attività, quale quella agricola, che consiste nella cura e nello sviluppo del ciclo biologico di carattere vegetale e animale; dall’altro, nella particolarità del rischio economico collegato alla specificità del mercato dei prodotti agricoli caratterizzato da una domanda anelastica sia rispetto al prezzo, sia rispetto al reddito dei consumatori. Una volta superata positivamente la valutazione della razionalità assiologica delle nuove disposizioni che hanno rifondato l’impresa agricola avendo individuato lo scopo di politica legislativa nel porre tale impresa in posizione di uguaglianza e di parità con l’impresa commerciale, il lavoro approfondisce, sotto il profilo della razionalità teleologica, la complessa opera di riforma dell’imprenditore agricolo evidenziando qualche perplessità sia in relazione alla mancata differenziazione del fenomeno imprenditoriale in agricoltura sulla base dei profili dimensionali, utile anche ai fini di una auspicabile estensione della disciplina del fallimento, sia nei confronti di alcuni casi di allargamento della agrarietà dell’impresa al di là di ogni ragionevole confine, potendo comportare tale fatto pericolose derive verso una panagrarietà foriera di possibili dequalificazioni degli stessi operatori del settore primario. Il lavoro si struttura in quattro capitoli che hanno i seguenti titoli: • Capitolo I: Nozione di agricoltura e attività agricola in forma di impresa nelle fonti costituzionali e comunitarie. • Capitolo II: L’impresa agricola come vitale regola ordinante del diritto agrario moderno. • Capitolo III: L’impresa agricola tra “vecchio” e “nuovo” articolo 2135 c.c.: il paradigma dell’agrarietà. • Capitolo IV: Attività essenzialmente agricole e attività connesse Seguono le conclusioni e l’indice degli Autori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.