Sconosciuto a molti, apparentemente eterogeneo, poco chiaro nell’individuazione di una propria linea architettonica, il Neo Brutalismo ha suscitato nel corso degli anni opinioni contrastanti, spesso confuse e imprecise, anche da parte della critica architettonica. Ancora oggi il termine Neo Brutalismo solleva numerose questioni. Eppure, se si osservano con attenzione le diverse fasi che questo impalpabile Movimento artistico-architettonico attraversa nel corso di pochi anni, non è difficile comprendere che la sua vera forza risiede nel fatto di essere contemporaneamente molte cose e nulla . Il Neo Brutalismo è dispersione, difformità, è antinomia, razionalità e irrazionalità, modernità e tradizione insieme, è volontà di integrarsi con culture diverse cercando, allo stesso tempo, con ostinazione, una propria identità. Questa tensione, che appare man mano che si procede verso la sua conoscenza, ricca di contraddizioni, non fa che suscitare fascino e curiosità, coinvolgendo lo spettatore all’interno di una corrente di pensiero tra le più complesse e, allo stesso tempo, più colte e raffinate del Novecento. Innanzitutto rappresenta uno dei pochi movimenti, formatosi nel dopoguerra in Inghilterra, che si costituisce su una base interdisciplinare. Il New Brutalism fa parte dell’Independent Group, un movimento culturale più ampio composto da artisti, critici d’arte, giornalisti, antropologi, architetti, storici. All’Independent Group si affiancano gli Angry young men o il gruppo degli arrabbiati che si occupano di teatro e letteratura insieme al Kitchen Sink e il Free Cinema che è una associazione di registi cinematografici. Tutti accomunati da una incessante volontà di rinascita. Il New Brutalism si pone contro lo stile, la storia, rifiuta il New Empirism, il New Realism, New Liberty, respinge il linguaggio improntato sul sentimentalismo del secolo precedente a cui risponde provocatoriamente anteponendo il termine Neo alla parola Brutalismo . A questa ostinata intenzione corrisponde una evidente schizofrenia, causata dal desiderio di conoscenza e di sperimentazione, che dall’inizio alla fine traspare in ogni atteggiamento assunto dai vari protagonisti. Nessuno di loro si sente appagato e gratificato dall’adozione delle cose reali della vita, dalla ricerca della verità e dalla sincerità dei materiali. Una ansiosa e infinita ricerca, che sottintende un profondo senso etico, accompagna sin dall’inizio il Neo Brutalismo. L’As Found , diviene il filo conduttore di un pensiero che lega architettura, città e società. E’ una attitudine, un metodo di intervento il cui significato indaga nel profondo senso delle cose, conservandone l’integrità, analizzandone forme e significati per poi restituirle al mondo così come sono, senza artifici, senza manipolazioni. Il binomio Ordinario e banale, a cui viene affidato un valore estetico, diviene fondamentale nella ricerca di una identità colta nel grigiore delle strade londinesi, negli oggetti scartati, nelle scritte sui muri, nei cartelloni pubblicitari strappati. È proprio qui che si riscoprono nuovi significati per una vita diversa. Nell’utilizzo del beton brut, proveniente dalle teorie di Le Corbusier, l’architetto neo brutalista riversa molti dei propri intenti. Il cemento armato a vista, usato così come esce dalle casseforme, diventa un simbolo As Found, il brutto che diviene bello perché vero. Il brutto, il veramente brutto per Lina Bo Bardi è difficile: il bello è facile afferma a proposito della fabbrica Pompea realizzata a S.Paulo, sperando che sia brutta, molto più brutta del Museo d’arte di S.Paulo. Ma il brutto è anche essenzialità, povertà, minimalismo, è raffinatezza che viene espressa attraverso la ricerca di una forma semplice, elementare. Il Neo Brutalismo è Patio and Pavilion , una installazione in legno e plastica ondulata realizzata in occasione di una esibizione dal titolo This is Tomorrow che rappresenta l’emblema dell As Found. Una installazione, per nulla spettacolare, che si pone contro la tecnologia, contro il concetto di habitat globale. Traspare una sottesa vena classica all’interno dell’architettura del Neo Brutalismo più chiaramente espressa nella Scuola Secondaria di Hunstanton degli Smithson, vicina alle teorie miesiane e ai principi di Wittkower introdotti nel suo libro Architettura e principi nell’età dell’Umanesimo . Tracce di un classicismo che supera ampiamente i parametri tradizionali. Il New Brutalism è più vicino all’architettura sensuale, emotiva e percettiva di Palladio piuttosto che alle rigide regole delle proporzioni, della simmetria. È l’idea di sottrazione, di assenza, proveniente dalle teorie di Mies Van der Rohe e dall’architettura tradizionale giapponese, che affascina i neo brutalisti. Non esiste decoro, nè rifiniture, non esiste la cura del dettaglio, ma esiste il principio del dettaglio, l’importanza della saldatura tra elementi costruttivi, considerati, ancora una volta, come sinonimo di verità e onestà, esattamente come avviene per il beton brut. Nel sistema costruttivo semplice, nel dettaglio, si esprime l’idea di non-finito e di infinito. Come avviene nella logica del Neo Brutalismo, è ancora una antinomia a generare tensione infinito-indefinito come movimento, dinamismo, come inizio di un evento che non ha fine. Non esiste chiusura, né compiutezza in quella che Reyner Banham definisce come Architettura–altra, cioè posta al di fuori delle regole compositive. Tutto è rigorosamente congelato all’interno di un atto che si proietta nel futuro, coinvolgendo all’interno del progetto il rapporto spazio-tempo. L’etica As Found, così cara agli esponenti del Neo Brutalismo, tocca la società. L’idea di un habitat, posto al di fuori della logica razionale, astratta e schematica della Ville Radieuse, diviene una ricerca fondamentale per Il Team 10, di cui fanno parte esponenti del Neo Brutalismo come Alison e Peter Smithson. Si lavora insieme per contribuire alla creazione di una società basata sulle relazioni e su metodi di vita che rimandano ad un’idea di comunità, di insediamento inteso come villaggio, di luogo posto al di fuori delle regole del mercato. Per questo motivo gli Smithson si inventano il Cluster . Un metodo applicabile ad ogni tipologia insediativa, che consiste nel lasciare inalterato l’esistente, sovrapponendo, attraverso un pattern, un nuovo intervento in cui vengono privilegiati: strade pedonali, percorsi, piazze, terrazze, spazi aperti in genere, considerati come strumenti relazionali, dove ciascun individuo può riconoscersi all’interno di una comunità. Vi è infine un profondo senso di speranza che accompagna la logica brutalista, passando attraverso l’architettura, gli studi sulla città e sfiorando problemi di ordine sociale e antropologico. Questo auspicio per un mondo migliore consente agli esponenti del Neo Brutalismo di superare le numerose difficoltà incontrate nelle diverse fasi della loro carriera, una speranza che tenta di recuperare quelle certezze e quei valori morali dimenticati a causa della guerra. Il Neo Brutalismo è più attuale di quanto si possa immaginare, lo è nei termini di confronto con l’architettura povera e minimale di cui si sente molto parlare oggi, nel ritorno all’utilizzo dei materiali lasciati a vista, nella ricerca di un habitat incentrato nel recupero delle relazioni tra individui, oggi più che mai necessari se pensiamo ai fenomeni prodotti dall’Era informatica. Si riutilizza stranamente il beton brut, quasi a voler richiamare simbolicamente quell’etica As Found che alla ricerca di una forma fine a se stessa predilige un contenuto intriso di significati che vanno oltre l’architettura stessa. Preservare ciò che ci circonda, è una prerogativa fondamentale nella nostra realtà ambientale contaminata come è, da quotidiani e irreversibili fenomeni di degrado. Questo studio si inserisce in una ricerca sull’architettura del secondo Novecento, e che ha come fine quello di scoprire figure come ad esempio Buckminster Fuller o Movimenti come le Neoavanguardie o il Neo Brutalismo che sono stati poco considerati dalla cultura architettonica del Novecento, ma che hanno lasciato una forte impronta sotto il profilo etico e architettonico. Va sottolineato infine che questo scritto, che segue la traccia del libro The New Brutalism, Ethic or Aesthetic scritto da Peter Reyner Banham nel 1966, nel momento in cui rientrava pienamente e direttamente all’interno del gruppo brutalista, non scaturisce da una analisi storica, nè tantomeno presenta caratteri e contenuti di natura critica. Ma sulla base di una attenta analisi di quelli che sono stati i principi e gli ideali, che hanno mosso il pensiero brutalista, tenta di fornire una interpretazione legata ai processi progettuali, architettonici e compositivi che hanno animato le opere degli esponenti di questo Movimento. Principi e ideali che tornano ad essere di gran moda. Termini come etica, identità, diversità, pensiero critico, diventano fattori essenziali in una realtà attuale fortemente caratterizzato da omologazione e globalizzazione. Sono consapevole di un profondo debito di riconoscenza nei confronti di chi ha dimostrato con i fatti la possibilità di pensare architetture diverse. Diventa così doveroso riportare con chiarezza il Neo Brutalismo nell’ambito che gli compete, nei trattati di storia o di critica dai quali per anni è stato spesso emarginato o incompreso.

PURO E SEMPLICE: L'ARCHITETTURA DEL NEO BRUTALISMO

EMILI, Anna Rita
2008-01-01

Abstract

Sconosciuto a molti, apparentemente eterogeneo, poco chiaro nell’individuazione di una propria linea architettonica, il Neo Brutalismo ha suscitato nel corso degli anni opinioni contrastanti, spesso confuse e imprecise, anche da parte della critica architettonica. Ancora oggi il termine Neo Brutalismo solleva numerose questioni. Eppure, se si osservano con attenzione le diverse fasi che questo impalpabile Movimento artistico-architettonico attraversa nel corso di pochi anni, non è difficile comprendere che la sua vera forza risiede nel fatto di essere contemporaneamente molte cose e nulla . Il Neo Brutalismo è dispersione, difformità, è antinomia, razionalità e irrazionalità, modernità e tradizione insieme, è volontà di integrarsi con culture diverse cercando, allo stesso tempo, con ostinazione, una propria identità. Questa tensione, che appare man mano che si procede verso la sua conoscenza, ricca di contraddizioni, non fa che suscitare fascino e curiosità, coinvolgendo lo spettatore all’interno di una corrente di pensiero tra le più complesse e, allo stesso tempo, più colte e raffinate del Novecento. Innanzitutto rappresenta uno dei pochi movimenti, formatosi nel dopoguerra in Inghilterra, che si costituisce su una base interdisciplinare. Il New Brutalism fa parte dell’Independent Group, un movimento culturale più ampio composto da artisti, critici d’arte, giornalisti, antropologi, architetti, storici. All’Independent Group si affiancano gli Angry young men o il gruppo degli arrabbiati che si occupano di teatro e letteratura insieme al Kitchen Sink e il Free Cinema che è una associazione di registi cinematografici. Tutti accomunati da una incessante volontà di rinascita. Il New Brutalism si pone contro lo stile, la storia, rifiuta il New Empirism, il New Realism, New Liberty, respinge il linguaggio improntato sul sentimentalismo del secolo precedente a cui risponde provocatoriamente anteponendo il termine Neo alla parola Brutalismo . A questa ostinata intenzione corrisponde una evidente schizofrenia, causata dal desiderio di conoscenza e di sperimentazione, che dall’inizio alla fine traspare in ogni atteggiamento assunto dai vari protagonisti. Nessuno di loro si sente appagato e gratificato dall’adozione delle cose reali della vita, dalla ricerca della verità e dalla sincerità dei materiali. Una ansiosa e infinita ricerca, che sottintende un profondo senso etico, accompagna sin dall’inizio il Neo Brutalismo. L’As Found , diviene il filo conduttore di un pensiero che lega architettura, città e società. E’ una attitudine, un metodo di intervento il cui significato indaga nel profondo senso delle cose, conservandone l’integrità, analizzandone forme e significati per poi restituirle al mondo così come sono, senza artifici, senza manipolazioni. Il binomio Ordinario e banale, a cui viene affidato un valore estetico, diviene fondamentale nella ricerca di una identità colta nel grigiore delle strade londinesi, negli oggetti scartati, nelle scritte sui muri, nei cartelloni pubblicitari strappati. È proprio qui che si riscoprono nuovi significati per una vita diversa. Nell’utilizzo del beton brut, proveniente dalle teorie di Le Corbusier, l’architetto neo brutalista riversa molti dei propri intenti. Il cemento armato a vista, usato così come esce dalle casseforme, diventa un simbolo As Found, il brutto che diviene bello perché vero. Il brutto, il veramente brutto per Lina Bo Bardi è difficile: il bello è facile afferma a proposito della fabbrica Pompea realizzata a S.Paulo, sperando che sia brutta, molto più brutta del Museo d’arte di S.Paulo. Ma il brutto è anche essenzialità, povertà, minimalismo, è raffinatezza che viene espressa attraverso la ricerca di una forma semplice, elementare. Il Neo Brutalismo è Patio and Pavilion , una installazione in legno e plastica ondulata realizzata in occasione di una esibizione dal titolo This is Tomorrow che rappresenta l’emblema dell As Found. Una installazione, per nulla spettacolare, che si pone contro la tecnologia, contro il concetto di habitat globale. Traspare una sottesa vena classica all’interno dell’architettura del Neo Brutalismo più chiaramente espressa nella Scuola Secondaria di Hunstanton degli Smithson, vicina alle teorie miesiane e ai principi di Wittkower introdotti nel suo libro Architettura e principi nell’età dell’Umanesimo . Tracce di un classicismo che supera ampiamente i parametri tradizionali. Il New Brutalism è più vicino all’architettura sensuale, emotiva e percettiva di Palladio piuttosto che alle rigide regole delle proporzioni, della simmetria. È l’idea di sottrazione, di assenza, proveniente dalle teorie di Mies Van der Rohe e dall’architettura tradizionale giapponese, che affascina i neo brutalisti. Non esiste decoro, nè rifiniture, non esiste la cura del dettaglio, ma esiste il principio del dettaglio, l’importanza della saldatura tra elementi costruttivi, considerati, ancora una volta, come sinonimo di verità e onestà, esattamente come avviene per il beton brut. Nel sistema costruttivo semplice, nel dettaglio, si esprime l’idea di non-finito e di infinito. Come avviene nella logica del Neo Brutalismo, è ancora una antinomia a generare tensione infinito-indefinito come movimento, dinamismo, come inizio di un evento che non ha fine. Non esiste chiusura, né compiutezza in quella che Reyner Banham definisce come Architettura–altra, cioè posta al di fuori delle regole compositive. Tutto è rigorosamente congelato all’interno di un atto che si proietta nel futuro, coinvolgendo all’interno del progetto il rapporto spazio-tempo. L’etica As Found, così cara agli esponenti del Neo Brutalismo, tocca la società. L’idea di un habitat, posto al di fuori della logica razionale, astratta e schematica della Ville Radieuse, diviene una ricerca fondamentale per Il Team 10, di cui fanno parte esponenti del Neo Brutalismo come Alison e Peter Smithson. Si lavora insieme per contribuire alla creazione di una società basata sulle relazioni e su metodi di vita che rimandano ad un’idea di comunità, di insediamento inteso come villaggio, di luogo posto al di fuori delle regole del mercato. Per questo motivo gli Smithson si inventano il Cluster . Un metodo applicabile ad ogni tipologia insediativa, che consiste nel lasciare inalterato l’esistente, sovrapponendo, attraverso un pattern, un nuovo intervento in cui vengono privilegiati: strade pedonali, percorsi, piazze, terrazze, spazi aperti in genere, considerati come strumenti relazionali, dove ciascun individuo può riconoscersi all’interno di una comunità. Vi è infine un profondo senso di speranza che accompagna la logica brutalista, passando attraverso l’architettura, gli studi sulla città e sfiorando problemi di ordine sociale e antropologico. Questo auspicio per un mondo migliore consente agli esponenti del Neo Brutalismo di superare le numerose difficoltà incontrate nelle diverse fasi della loro carriera, una speranza che tenta di recuperare quelle certezze e quei valori morali dimenticati a causa della guerra. Il Neo Brutalismo è più attuale di quanto si possa immaginare, lo è nei termini di confronto con l’architettura povera e minimale di cui si sente molto parlare oggi, nel ritorno all’utilizzo dei materiali lasciati a vista, nella ricerca di un habitat incentrato nel recupero delle relazioni tra individui, oggi più che mai necessari se pensiamo ai fenomeni prodotti dall’Era informatica. Si riutilizza stranamente il beton brut, quasi a voler richiamare simbolicamente quell’etica As Found che alla ricerca di una forma fine a se stessa predilige un contenuto intriso di significati che vanno oltre l’architettura stessa. Preservare ciò che ci circonda, è una prerogativa fondamentale nella nostra realtà ambientale contaminata come è, da quotidiani e irreversibili fenomeni di degrado. Questo studio si inserisce in una ricerca sull’architettura del secondo Novecento, e che ha come fine quello di scoprire figure come ad esempio Buckminster Fuller o Movimenti come le Neoavanguardie o il Neo Brutalismo che sono stati poco considerati dalla cultura architettonica del Novecento, ma che hanno lasciato una forte impronta sotto il profilo etico e architettonico. Va sottolineato infine che questo scritto, che segue la traccia del libro The New Brutalism, Ethic or Aesthetic scritto da Peter Reyner Banham nel 1966, nel momento in cui rientrava pienamente e direttamente all’interno del gruppo brutalista, non scaturisce da una analisi storica, nè tantomeno presenta caratteri e contenuti di natura critica. Ma sulla base di una attenta analisi di quelli che sono stati i principi e gli ideali, che hanno mosso il pensiero brutalista, tenta di fornire una interpretazione legata ai processi progettuali, architettonici e compositivi che hanno animato le opere degli esponenti di questo Movimento. Principi e ideali che tornano ad essere di gran moda. Termini come etica, identità, diversità, pensiero critico, diventano fattori essenziali in una realtà attuale fortemente caratterizzato da omologazione e globalizzazione. Sono consapevole di un profondo debito di riconoscenza nei confronti di chi ha dimostrato con i fatti la possibilità di pensare architetture diverse. Diventa così doveroso riportare con chiarezza il Neo Brutalismo nell’ambito che gli compete, nei trattati di storia o di critica dai quali per anni è stato spesso emarginato o incompreso.
2008
9788878908888
276
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