A conclusione del rapporto sullo stato della pianificazione delle aree protette nelle Marche (ricerca d'ateneo 2006-2008) e di alcune riflessioni sul tema, avanzate da diversi esperti, che occupano i precedenti capitoli di questo volume, vengono introdotti indizi e tracce per la strutturazione di nuove linee di ricerca ("Le aree protette nella (della) città contemporanea"; "I nuovi orizzonti della ruralità nelle politiche per le aree protette"; "Aree protette e contesto territoriale"; "Dalle aree protette al paesaggio"; "Diritto di proprietà e politiche di tutela dell'ambiente"; "La sfida culturale della conservazione"). L’obiettivo della qualità ambientale e paesaggistica è sembrato, sinora, un obiettivo non riguardante la questione urbanistica, se si escludono rari esempi, pionieristici, di urbanistica riformista che anticipavano la lunga marcia della sostenibilità in Italia. A differenza di molte avanzate esperienze europee, di cui si fa riferimento nei capitoli precedenti, in Italia si è registrato un interessamento alle aree protette solamente da parte del mondo dell’ambientalismo e della categoria dei “conservatori” che, a partire dalle visioni strettamente ancorate all’asfittica tutela della legge del ’39, hanno dato vita a un progetto del territorio sviluppato per sottrazione. Sia l'ambiente che il paesaggio sembrava dovessero divenire l’hobby, il passatempo di studiosi, di cultori della materia; rimanendo così, in tutto e per tutto, lontano dalle politiche ordinarie di trasformazione urbana e territoriale. Finalmente, le attenzioni un tempo riservate esclusivamente ai temi della mera conservazione si stanno progressivamente estendendo al campo di applicazione più complesso dell'interpretazione progettuale. In tal senso, la gestione dei parchi e delle riserve risulta sempre più incardinata nella pratica dell'urbanistica che, superando l'arroganza ed i solipsismi disciplinari, deve ora ritrovare nuovi approcci per poter lavorare in modo collegiale con altri saperi ed altre competenze, essenziali per riscoprire il ruolo cardine del paesaggio e dell'ambiente nel disegno urbano e territoriale.
Appunti per nuovi percorsi di ricerca
SARGOLINI, Massimo
2008-01-01
Abstract
A conclusione del rapporto sullo stato della pianificazione delle aree protette nelle Marche (ricerca d'ateneo 2006-2008) e di alcune riflessioni sul tema, avanzate da diversi esperti, che occupano i precedenti capitoli di questo volume, vengono introdotti indizi e tracce per la strutturazione di nuove linee di ricerca ("Le aree protette nella (della) città contemporanea"; "I nuovi orizzonti della ruralità nelle politiche per le aree protette"; "Aree protette e contesto territoriale"; "Dalle aree protette al paesaggio"; "Diritto di proprietà e politiche di tutela dell'ambiente"; "La sfida culturale della conservazione"). L’obiettivo della qualità ambientale e paesaggistica è sembrato, sinora, un obiettivo non riguardante la questione urbanistica, se si escludono rari esempi, pionieristici, di urbanistica riformista che anticipavano la lunga marcia della sostenibilità in Italia. A differenza di molte avanzate esperienze europee, di cui si fa riferimento nei capitoli precedenti, in Italia si è registrato un interessamento alle aree protette solamente da parte del mondo dell’ambientalismo e della categoria dei “conservatori” che, a partire dalle visioni strettamente ancorate all’asfittica tutela della legge del ’39, hanno dato vita a un progetto del territorio sviluppato per sottrazione. Sia l'ambiente che il paesaggio sembrava dovessero divenire l’hobby, il passatempo di studiosi, di cultori della materia; rimanendo così, in tutto e per tutto, lontano dalle politiche ordinarie di trasformazione urbana e territoriale. Finalmente, le attenzioni un tempo riservate esclusivamente ai temi della mera conservazione si stanno progressivamente estendendo al campo di applicazione più complesso dell'interpretazione progettuale. In tal senso, la gestione dei parchi e delle riserve risulta sempre più incardinata nella pratica dell'urbanistica che, superando l'arroganza ed i solipsismi disciplinari, deve ora ritrovare nuovi approcci per poter lavorare in modo collegiale con altri saperi ed altre competenze, essenziali per riscoprire il ruolo cardine del paesaggio e dell'ambiente nel disegno urbano e territoriale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.