LA PIANIFICAZIONE DELLE AREE PROTETTE NELLE MARCHE. UNO STUDIO DI CASI. L’attuale clima di instabilità e insicurezza in cui evolvono le politiche per le aree protette determina una temporanea fragilità dei parchi e delle riserve, mai considerati appieno patrimonio e ossatura della pianificazione territoriale e socio-economica a livello regionale e nazionale. Una vana attesa ha dunque accompagnato la stagione della pianificazione dei parchi? L'attività progettuale può sicuramente trasformare le condizioni dell'esistenza umana, passando attraverso il rifiuto del "nichilismo politico e progettuale". Questa "rivoluzione" condotta dalla progettazione dovrebbe però essere il frutto sia del coraggio tecnico che di quello politico e sociale, anche al fine di offrire una risposta soddisfacente alla profonda domanda culturale di "natura" che, seppure in ritardo rispetto ad altre realtà internazionali , si sta lentamente affermando. E', peraltro, improbabile che la proliferazione di aree protette (che pure rimane un fatto estremamente positivo) possa contrastare il cammino di devastazione del pianeta che sembra portarsi sempre più rapidamente verso una serie di catastrofi annunciate, se la pubblica amministrazione tende ad ignorare non tanto la crescita impetuosa di questo patrimonio quanto la complessità delle funzioni (ecologiche, economiche pedagogiche, sperimentative, orientative per un contesto più allargato) da esso svolte e l'efficacia del riverbero sociale e culturale delle politiche per le aree protette sul resto del territorio.
Introduzione
SARGOLINI, Massimo
2008-01-01
Abstract
LA PIANIFICAZIONE DELLE AREE PROTETTE NELLE MARCHE. UNO STUDIO DI CASI. L’attuale clima di instabilità e insicurezza in cui evolvono le politiche per le aree protette determina una temporanea fragilità dei parchi e delle riserve, mai considerati appieno patrimonio e ossatura della pianificazione territoriale e socio-economica a livello regionale e nazionale. Una vana attesa ha dunque accompagnato la stagione della pianificazione dei parchi? L'attività progettuale può sicuramente trasformare le condizioni dell'esistenza umana, passando attraverso il rifiuto del "nichilismo politico e progettuale". Questa "rivoluzione" condotta dalla progettazione dovrebbe però essere il frutto sia del coraggio tecnico che di quello politico e sociale, anche al fine di offrire una risposta soddisfacente alla profonda domanda culturale di "natura" che, seppure in ritardo rispetto ad altre realtà internazionali , si sta lentamente affermando. E', peraltro, improbabile che la proliferazione di aree protette (che pure rimane un fatto estremamente positivo) possa contrastare il cammino di devastazione del pianeta che sembra portarsi sempre più rapidamente verso una serie di catastrofi annunciate, se la pubblica amministrazione tende ad ignorare non tanto la crescita impetuosa di questo patrimonio quanto la complessità delle funzioni (ecologiche, economiche pedagogiche, sperimentative, orientative per un contesto più allargato) da esso svolte e l'efficacia del riverbero sociale e culturale delle politiche per le aree protette sul resto del territorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.