Reti e nodi delle continuità ambientali Il paesaggio, nel suo significato più ampio , inclusivo dunque del paradigma ambientale, è “mobilitato” per accogliere e dare un senso al disordine ed alla dinamicità, per dare spazio alla diversità ed al tempo, per diventare seme, indicatore e catalizzatore di uno sviluppo nuovo. Esso diventa modello paradigmatico di una capacità di gestire, in maniera interconnessa e sistemica, componenti diverse di uno stesso insieme. In questa visione di fondo, la periferia scompare per lasciare spazio a tante periferie dalle mille anime; le complessità ambientali si frappongono con le complessità culturali; nuovi spazi aperti, che si devono adattare ai fenomeni di trasformazione della società, si affiancano a realtà locali già complesse dal punto di vista sia sociale che economico e fisico . Le continuità ambientali diventano, dunque, nuove forze in gioco all’interno dei processi di piano e spingono a ricercare nuovi metodi, nuove regole, nuovi percorsi per la qualità del progetto urbano e territoriale. La loro progettazione non si circoscrive alle aspettative del razionalismo deterministico; al contrario, aprendosi alla riflessione paesistico-ambientale, sollecita nuovi tipi di conoscenza basati sull’intuizione, sull’immaginazione, per pervenire a nuove regole, per aprirsi all’innovazione creativa.
Reti e nodi delle continuità ambientali
SARGOLINI, Massimo;
2008-01-01
Abstract
Reti e nodi delle continuità ambientali Il paesaggio, nel suo significato più ampio , inclusivo dunque del paradigma ambientale, è “mobilitato” per accogliere e dare un senso al disordine ed alla dinamicità, per dare spazio alla diversità ed al tempo, per diventare seme, indicatore e catalizzatore di uno sviluppo nuovo. Esso diventa modello paradigmatico di una capacità di gestire, in maniera interconnessa e sistemica, componenti diverse di uno stesso insieme. In questa visione di fondo, la periferia scompare per lasciare spazio a tante periferie dalle mille anime; le complessità ambientali si frappongono con le complessità culturali; nuovi spazi aperti, che si devono adattare ai fenomeni di trasformazione della società, si affiancano a realtà locali già complesse dal punto di vista sia sociale che economico e fisico . Le continuità ambientali diventano, dunque, nuove forze in gioco all’interno dei processi di piano e spingono a ricercare nuovi metodi, nuove regole, nuovi percorsi per la qualità del progetto urbano e territoriale. La loro progettazione non si circoscrive alle aspettative del razionalismo deterministico; al contrario, aprendosi alla riflessione paesistico-ambientale, sollecita nuovi tipi di conoscenza basati sull’intuizione, sull’immaginazione, per pervenire a nuove regole, per aprirsi all’innovazione creativa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.