la dimensione ecologica del paesaggio Molto spesso il dibattito sulla conservazione della natura e delle sue risorse si è soffermato sugli "insiemi primari" concepiti come spazi mai sottoposti a sfruttamento, in lenta evoluzione, in cui le specie che vi si sviluppano corrispondono al livello di vita ottimale per le condizioni dell'ambiente . E' evidente che suddette aree mantengono tutto il loro valore nell'articolazione generale del territorio ed in alcuni casi potrebbe essere necessario conservare o far crescere la diversità attraverso "pratiche consentite di non organizzazione" . Pur tuttavia, gli obbiettivi della progettazione paesistico-ambientale sono protesi verso orizzonti più estesi, volti a rimarcare il ruolo centrale delle aree di cerniera, rivalutando le dinamiche di scambio tra gli ambienti primari e quella parte di territorio che comunque presenta reali o potenziali condizioni di biopermeabilità. L'attenzione si sposta verso una matrice ambientale di fondo composta non solo da aree naturali di pregio e spesso già riconosciute (come, ad es., le aree protette), ma anche da altri spazi gestiti dall'uomo, in cui le attività che vi si svolgono non inibiscono processi di bioconnettività .
La dimensione ecologica del paesaggio
SARGOLINI, Massimo
2007-01-01
Abstract
la dimensione ecologica del paesaggio Molto spesso il dibattito sulla conservazione della natura e delle sue risorse si è soffermato sugli "insiemi primari" concepiti come spazi mai sottoposti a sfruttamento, in lenta evoluzione, in cui le specie che vi si sviluppano corrispondono al livello di vita ottimale per le condizioni dell'ambiente . E' evidente che suddette aree mantengono tutto il loro valore nell'articolazione generale del territorio ed in alcuni casi potrebbe essere necessario conservare o far crescere la diversità attraverso "pratiche consentite di non organizzazione" . Pur tuttavia, gli obbiettivi della progettazione paesistico-ambientale sono protesi verso orizzonti più estesi, volti a rimarcare il ruolo centrale delle aree di cerniera, rivalutando le dinamiche di scambio tra gli ambienti primari e quella parte di territorio che comunque presenta reali o potenziali condizioni di biopermeabilità. L'attenzione si sposta verso una matrice ambientale di fondo composta non solo da aree naturali di pregio e spesso già riconosciute (come, ad es., le aree protette), ma anche da altri spazi gestiti dall'uomo, in cui le attività che vi si svolgono non inibiscono processi di bioconnettività .I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.