Tra aprile e giugno 2005 sono pervenuti al nostro laboratorio degli esemplari di cavalluccio marino appartenenti a diverse specie (Hyppocampus erectus, H. kudoa). Gli esemplari erano stabulati in vasche espositive di un acquario pubblico nazionale ed avevano iniziato a manifestare episodi intercorrenti di mortalità nonostante terapia antibiotica. Cinque esemplari sono stati sottoposti ad esame parassitologico, batteriologico, necroscopico ed istologico. I pesci esternamente si presentavano inscuriti, leggermente defedati ed alcuni di essi presentavano delle aree più o meno estese di depigmentazione cutanea a volte ulcerate. In tutti i soggetti si apprezzava un marcato rigonfiamento della camera branchiale. L‟apertura della cavità celomatica non evidenziava lesioni viscerali macroscopiche mentre l‟apertura della camera branchiale mostrava un tessuto esofitico, dalla consistenza molle, ricoprente in parte gli archi branchiali. L‟esame microscopico a fresco da raschiati cutanei e branchiali e da preparati allestiti per impressione da intestino, fegato e rene ha dato esito negativo. A partire dalle lesioni cutanee, dal rene, dal fegato e dal cervello è stato effettuato l‟esame batteriologico, utilizzando Tryptic Soya Agar + 1% NaCl, Thiosulphate Citrate Bile Salts e Flexibacter maritimus Medium. Dopo circa 24h di incubazione a 22°C si è osservata la crescita in purezza di colonie cremose su TSA-1 e di colonie verdi su TCBS da tutti gli organi eccetto il cervello. In base alle caratteristiche fenotipiche, le colonie sono state identificate come Vibrio harveyi non luminescente, impiegando tecniche in macrometodo. Il batterio è risultato Gram negativo, mobile, ossidasi +, saccarosio -, sensibile all‟agente vibriostatico O/129, nitrato +, gas/glucosio negativo, lisina e ornitina decarbossilasi +, fermentante il glucosio, ureasi -, indolo +, VP -, gelatinasi +, amilasi +, esculina +, negativo alla prova della luminescenza, cellobiosio e mannosio +. È stato inoltre impiegato il sistema di identificazione API 20NE che ha dato un profilo (747765) sovrapponibile a V. harveyi così come riportato in bibliografia (Alcaide et al., 2001). L‟esame istologico delle strutture branchiali, effettuato con colorazione Ematossilina-Eosina e Giemsa ha evidenziato un processo iperplastico a carico del tessuto tiroideo, riconducibile ad uno struma parenchimatoso e caratterizzato da aspetto pseudosolido del parenchima ghiandolare, frammisto a aree follicolari a contenuto colloide, spesso con aspetto di netta iperplasia-proliferazione papillare dell‟epitelio. Negli altri organi esaminati (cute, rene, fegato, cervello e gonadi) si evidenziavano lesioni rapportabili ad una setticemia. Nel rene si osservava una flogosi diffusa con focolai di necrosi cariorettica delle cellule linfoidi infiltranti, mentre a carico del fegato e pars-pancreatica erano presenti imponenti fenomeni degenerativo-distrofici. Le masse muscolari contigue alle lesioni cutanee risultavano colonizzate da batteri bastoncellari e/o leggermente ricurvi di dimensioni notevoli. L‟esame immunoistochimico effettuato su campioni di branchie/tiroide ha evidenziato forte espressione di PCNA, Citocheratina 18 e Tiroxina, confermando la presenza di uno struma in fase di attiva proliferazione. Recentemente nei cavallucci marini (Alcaide et. al 2001, Tendencia 2004) sono stati riportati episodi morbosi associati a V. harveyi; nel nostro caso l‟infezione è risultata associata ad una grave condizione di struma tiroideo di probabile origine dietetica. La disendocrinia potrebbe aver determinato una condizione stressante/immunodeprimente negli animali, predisponente e/o esacerbante la manifestazione del processo infettivo. I risultati ottenuti mostrano soprattutto una ottima protezione conferita dalla formulazione intraperitoneale e una discreta protezione data dalla formulazione orale, sulla quale sarebbero interessanti ulteriori approfondimenti, considerato l‟interesse pratico di questa via di somministrazione.

Infezione da Vibrio harveyi in cavallucci marini (Hippocampus sp.) con concomitante condizione di struma tiroideo.Atti del XIII Convegno nazionale Società italiana di patologia ittica

CUTERI, Vincenzo;ROSSI, Giacomo;MAGI, Gian Enrico;
2005-01-01

Abstract

Tra aprile e giugno 2005 sono pervenuti al nostro laboratorio degli esemplari di cavalluccio marino appartenenti a diverse specie (Hyppocampus erectus, H. kudoa). Gli esemplari erano stabulati in vasche espositive di un acquario pubblico nazionale ed avevano iniziato a manifestare episodi intercorrenti di mortalità nonostante terapia antibiotica. Cinque esemplari sono stati sottoposti ad esame parassitologico, batteriologico, necroscopico ed istologico. I pesci esternamente si presentavano inscuriti, leggermente defedati ed alcuni di essi presentavano delle aree più o meno estese di depigmentazione cutanea a volte ulcerate. In tutti i soggetti si apprezzava un marcato rigonfiamento della camera branchiale. L‟apertura della cavità celomatica non evidenziava lesioni viscerali macroscopiche mentre l‟apertura della camera branchiale mostrava un tessuto esofitico, dalla consistenza molle, ricoprente in parte gli archi branchiali. L‟esame microscopico a fresco da raschiati cutanei e branchiali e da preparati allestiti per impressione da intestino, fegato e rene ha dato esito negativo. A partire dalle lesioni cutanee, dal rene, dal fegato e dal cervello è stato effettuato l‟esame batteriologico, utilizzando Tryptic Soya Agar + 1% NaCl, Thiosulphate Citrate Bile Salts e Flexibacter maritimus Medium. Dopo circa 24h di incubazione a 22°C si è osservata la crescita in purezza di colonie cremose su TSA-1 e di colonie verdi su TCBS da tutti gli organi eccetto il cervello. In base alle caratteristiche fenotipiche, le colonie sono state identificate come Vibrio harveyi non luminescente, impiegando tecniche in macrometodo. Il batterio è risultato Gram negativo, mobile, ossidasi +, saccarosio -, sensibile all‟agente vibriostatico O/129, nitrato +, gas/glucosio negativo, lisina e ornitina decarbossilasi +, fermentante il glucosio, ureasi -, indolo +, VP -, gelatinasi +, amilasi +, esculina +, negativo alla prova della luminescenza, cellobiosio e mannosio +. È stato inoltre impiegato il sistema di identificazione API 20NE che ha dato un profilo (747765) sovrapponibile a V. harveyi così come riportato in bibliografia (Alcaide et al., 2001). L‟esame istologico delle strutture branchiali, effettuato con colorazione Ematossilina-Eosina e Giemsa ha evidenziato un processo iperplastico a carico del tessuto tiroideo, riconducibile ad uno struma parenchimatoso e caratterizzato da aspetto pseudosolido del parenchima ghiandolare, frammisto a aree follicolari a contenuto colloide, spesso con aspetto di netta iperplasia-proliferazione papillare dell‟epitelio. Negli altri organi esaminati (cute, rene, fegato, cervello e gonadi) si evidenziavano lesioni rapportabili ad una setticemia. Nel rene si osservava una flogosi diffusa con focolai di necrosi cariorettica delle cellule linfoidi infiltranti, mentre a carico del fegato e pars-pancreatica erano presenti imponenti fenomeni degenerativo-distrofici. Le masse muscolari contigue alle lesioni cutanee risultavano colonizzate da batteri bastoncellari e/o leggermente ricurvi di dimensioni notevoli. L‟esame immunoistochimico effettuato su campioni di branchie/tiroide ha evidenziato forte espressione di PCNA, Citocheratina 18 e Tiroxina, confermando la presenza di uno struma in fase di attiva proliferazione. Recentemente nei cavallucci marini (Alcaide et. al 2001, Tendencia 2004) sono stati riportati episodi morbosi associati a V. harveyi; nel nostro caso l‟infezione è risultata associata ad una grave condizione di struma tiroideo di probabile origine dietetica. La disendocrinia potrebbe aver determinato una condizione stressante/immunodeprimente negli animali, predisponente e/o esacerbante la manifestazione del processo infettivo. I risultati ottenuti mostrano soprattutto una ottima protezione conferita dalla formulazione intraperitoneale e una discreta protezione data dalla formulazione orale, sulla quale sarebbero interessanti ulteriori approfondimenti, considerato l‟interesse pratico di questa via di somministrazione.
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