Le nuove questioni sociali, ambientali ed ecologiche della città e del territorio contemporaneo dell’epoca ‘antropocenica’ che interessano direttamente il nostro benessere e la qualità del vivere urbano, e che riguardano tanto i temi delle disuguaglianze (di condizioni economica e lavorativa rispetto a privilegi, risorse e compensi, di sicurezza, di accessibilità - in senso materiale e immateriale – di fruibilità, di genere, ecc.) che quelli dell’adattamento al cambiamento climatico, della prevenzione dei rischi (idrogeologico, sismico, ecc.), della sicurezza alimentare e più in generale della limitazione dei processi di antropizzazione del territorio, impongono un cambiamento radicale dei paradigmi e delle forme della pianificazione e del progetto urbanistico. Secondo la tesi presentata in questo contributo si sostiene che il successo di politiche di rigenerazione così impegnative dipende in misura non irrilevante dalla possibilità che si riesca a incorporare il limite ambientale nei processi di valorizzazione economica, e che si possa finalmente realizzare la transizione dell’economia di mercato da un predominio assoluto delle performances a breve termine a un modello di razionalità differente, che contempli la creazione di un ‘valore condiviso’ con cui ristabilire quel contatto tra il successo di un’azienda e il benessere di una comunità o la qualità di un territorio teorizzato e in qualche modo sperimentato da Adriano Olivetti.
Priorità per il progetto urbanistico. Reti ambientali, nuovi standard e rigenerazione urbana
Michele Talia
2018-01-01
Abstract
Le nuove questioni sociali, ambientali ed ecologiche della città e del territorio contemporaneo dell’epoca ‘antropocenica’ che interessano direttamente il nostro benessere e la qualità del vivere urbano, e che riguardano tanto i temi delle disuguaglianze (di condizioni economica e lavorativa rispetto a privilegi, risorse e compensi, di sicurezza, di accessibilità - in senso materiale e immateriale – di fruibilità, di genere, ecc.) che quelli dell’adattamento al cambiamento climatico, della prevenzione dei rischi (idrogeologico, sismico, ecc.), della sicurezza alimentare e più in generale della limitazione dei processi di antropizzazione del territorio, impongono un cambiamento radicale dei paradigmi e delle forme della pianificazione e del progetto urbanistico. Secondo la tesi presentata in questo contributo si sostiene che il successo di politiche di rigenerazione così impegnative dipende in misura non irrilevante dalla possibilità che si riesca a incorporare il limite ambientale nei processi di valorizzazione economica, e che si possa finalmente realizzare la transizione dell’economia di mercato da un predominio assoluto delle performances a breve termine a un modello di razionalità differente, che contempli la creazione di un ‘valore condiviso’ con cui ristabilire quel contatto tra il successo di un’azienda e il benessere di una comunità o la qualità di un territorio teorizzato e in qualche modo sperimentato da Adriano Olivetti.File | Dimensione | Formato | |
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