Questa tesi vuole […]dimostrare che la spiaggia e' una risorsa importante per la citta' proprio per come e' concepito oggi lo spazio pubblico. […]. Trattare della spiaggia come spazio collettivo significa essere consapevoli che al di la' del suo essere un bene pubblico, in quanto demanio dello stato, e quindi appartenente a tutti, e' spesso privatizzata attraverso il sistema delle concessioni e molte delle architetture con cui entra in relazione sono private; la sua risposta, inoltre, come luogo di relazioni e' collettiva, cioe' di volta in volta appartenente a gruppi o singoli che vi si identificano, temporaneamente. […] Nel primo capitolo e' stato affrontato il tema delle ''permanenze'' ovvero di quelle architetture che hanno, da un lato, assunto il ruolo di ''monumenti'', dall'altro continuano a vivere in virtu' della loro capacita' di accogliere il cambiamento. […] Se nel primo capitolo emerge la centralita' della spiaggia come ''causa'' delle stesse permanenze, nel secondo capitolo la citta' generica diffusa sembra relazionarsi con essa in modo a volte casuale. Questo affacciarsi della citta' in modo sempre diverso sulla spiaggia (case,alberghi, campeggi, attrezzature per il divertimento, ecc.) determina paesaggi che muovono da una funzione all'altra, che possono cambiare radicalmente aspetto per disegnare nuovi panorami o per ospitare attrezzature per il divertimento e lo svago. Questo riflette la possibilita'  di considerare il paesaggio della spiaggia come una sequenza di ''spazi in attesa'', a differenti stadi di sviluppo e con la possibilita' di interventi pia'¹ o meno duraturi. Case per residenti o turisti, case albergo e hotel house, edifici industriali che diventano centri culturali, l'infilata a filo spiaggia di attrezzature che cambiano veste ed insegna ad ogni stagione, creano un paesaggio in continuo sviluppo. Da un caso all'altro muta la combinazione delle situazioni insediative che delimitano lo spazio spiaggia e con esse muta l'insieme di segni che compongono il paesaggio di volta in volta locale che insieme alla spiaggia si costituisce. Osservando i diversi paesaggi delineati dalla spiaggia, ci si accorge che molti spazi non hanno un significato chiaro, che le pratiche abitative che in essi si attuano sono cambiate, che i percorsi da cui sono investiti sono mutati, come i simboli che li accompagnano. La frenetica costruzione che ha investito questi nuovi paesaggi, sicuramente sotto l'iniziale spinta turistica, ha prodotto e continua a produrre pero' profonde trasformazioni nei modi di utilizzare la spiaggia. Non piu' spazio omogeneo, essa si presenta come un insieme di luoghi differenziati dalle relazioni complesse che intrattiene con le pratiche quotidiane di una molteplicita' di soggetti che vi si muovono intorno o attraverso, rendendola parte di una rete di movimenti. Va quindi rimossa l'idea di una spiaggia esclusivamente legata all'uso turistico stagionale. […] Nel terzo capitolo si e' trattato dell'effimero come elemento fondante di un ''paesaggio del provvisorio'' in cui le architetture, in accordo agli eventi, accolgono la breve durata come base della loro stessa concezione.

ARCHITETTURA INSTABILE. SPIAGGIA E COSTRUZIONE DI SPAZIO COLLETTIVO [UNSTABLE ARCHITECTURE. BEACH AND CONSTRUCTION OF COLLECTIVE SPACE]

BOVARA, Alessandra
2007-01-01

Abstract

Questa tesi vuole […]dimostrare che la spiaggia e' una risorsa importante per la citta' proprio per come e' concepito oggi lo spazio pubblico. […]. Trattare della spiaggia come spazio collettivo significa essere consapevoli che al di la' del suo essere un bene pubblico, in quanto demanio dello stato, e quindi appartenente a tutti, e' spesso privatizzata attraverso il sistema delle concessioni e molte delle architetture con cui entra in relazione sono private; la sua risposta, inoltre, come luogo di relazioni e' collettiva, cioe' di volta in volta appartenente a gruppi o singoli che vi si identificano, temporaneamente. […] Nel primo capitolo e' stato affrontato il tema delle ''permanenze'' ovvero di quelle architetture che hanno, da un lato, assunto il ruolo di ''monumenti'', dall'altro continuano a vivere in virtu' della loro capacita' di accogliere il cambiamento. […] Se nel primo capitolo emerge la centralita' della spiaggia come ''causa'' delle stesse permanenze, nel secondo capitolo la citta' generica diffusa sembra relazionarsi con essa in modo a volte casuale. Questo affacciarsi della citta' in modo sempre diverso sulla spiaggia (case,alberghi, campeggi, attrezzature per il divertimento, ecc.) determina paesaggi che muovono da una funzione all'altra, che possono cambiare radicalmente aspetto per disegnare nuovi panorami o per ospitare attrezzature per il divertimento e lo svago. Questo riflette la possibilita'  di considerare il paesaggio della spiaggia come una sequenza di ''spazi in attesa'', a differenti stadi di sviluppo e con la possibilita' di interventi pia'¹ o meno duraturi. Case per residenti o turisti, case albergo e hotel house, edifici industriali che diventano centri culturali, l'infilata a filo spiaggia di attrezzature che cambiano veste ed insegna ad ogni stagione, creano un paesaggio in continuo sviluppo. Da un caso all'altro muta la combinazione delle situazioni insediative che delimitano lo spazio spiaggia e con esse muta l'insieme di segni che compongono il paesaggio di volta in volta locale che insieme alla spiaggia si costituisce. Osservando i diversi paesaggi delineati dalla spiaggia, ci si accorge che molti spazi non hanno un significato chiaro, che le pratiche abitative che in essi si attuano sono cambiate, che i percorsi da cui sono investiti sono mutati, come i simboli che li accompagnano. La frenetica costruzione che ha investito questi nuovi paesaggi, sicuramente sotto l'iniziale spinta turistica, ha prodotto e continua a produrre pero' profonde trasformazioni nei modi di utilizzare la spiaggia. Non piu' spazio omogeneo, essa si presenta come un insieme di luoghi differenziati dalle relazioni complesse che intrattiene con le pratiche quotidiane di una molteplicita' di soggetti che vi si muovono intorno o attraverso, rendendola parte di una rete di movimenti. Va quindi rimossa l'idea di una spiaggia esclusivamente legata all'uso turistico stagionale. […] Nel terzo capitolo si e' trattato dell'effimero come elemento fondante di un ''paesaggio del provvisorio'' in cui le architetture, in accordo agli eventi, accolgono la breve durata come base della loro stessa concezione.
2007
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/401901
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