“Lavoro e innovazione: una gabbia d’acciaio?”

Il saggio riprende in considerazione la classica formulazione del nesso fra innovazione tecnologica e trasformazione sociale, elaborata nella «critica dell’economia politica» di Karl Marx. Le sue analisi sul carattere cooperativo e scientifico del lavoro umano e la sua estraneazione offrono una chiave interpretativa delle «contraddizioni» del capitalismo, ma le sue previsioni sono state smentite dall’esperienza storica del Novecento. . Paradossalmente l’impostazione marxiana è sembrata riproporsi in forma rovesciata alla fine del secolo: le innovazioni tecnologiche alla base della rivoluzione informatica sembrano chiudere ogni prospettiva non solo al superamento del capitalismo, ma agli stessi tentativi di riforma basati sul «compromesso socialdemocratico». Tuttavia i paradossi della globalizzazione e la crisi riaprono questioni che investono le forme e l’organizzazione del lavoro, di fatto eluse dai più influenti tentativi di pensare i conflitti sociali – come quelli di Negri e Hardt, di Laclau, di Honneth - e di delineare alternative economiche e sociali, come il reddito minimo garantito.