La violenza all’infanzia è un drammatico problema ancora sommerso nonostante sia un fenomeno diffuso in tutto il mondo, che investe trasversalmente vari modelli culturali e diverse classi sociali. Molte campagne di comunicazione sociale hanno restituito in forma visiva gli aspetti delle brutalità verso i minori, impiegando particolari lessici e sistemi comunicativi, che appaiono, nel loro insieme, come un “vocabolario visivo” del precario stato emotivo e psicologico generato nei bambini da atti di violenza e abusi. Un vocabolario capace di stimolare, più di esortazioni orali o scritte, riflessioni profonde, attraverso apparati che diventano riflessi di drammi, richiamando, in molti casi, lo stato nel quale la vittima dell’abuso è costretta e le molteplici derive ed effetti connessi al fenomeno. Sono espressioni del design per la comunicazione sociale, che si realizzano attraverso delle metafore visive, connotate da registri narrativi differenziati secondo le declinazioni che può assumere la violenza all’infanzia e condizionati dalla cultura nella quale questa viene praticata. In questo senso diventano delle figurazioni che, oltre a denunciare il fenomeno, lo raccontano, offrendo all’osservatore l’occasione di ampliare gli spazi di riflessione. La pubblicazione raccoglie una serie d’immagini elaborate da varie campagne di comunicazione visiva che affrontano il problema della violenza all’infanzia. I saggi introduttivi intendono illustrare le nuove linee di pensiero che animano il design per un più equo sviluppo sociale e culturale, i caratteri della violenza all’infanzia, il ruolo del design per la comunicazione sociale e restituire le peculiarità dei linguaggi visuali impiegati dalle Campagne, sia per comunicare gli aspetti che contraddistinguono questo drammatico fenomeno sia per valorizzare la difficile azione degli operatori sociali del settore.
Il Design visivo di stagioni violate. Le campagne di comunicazione visiva contro la violenza all’infanzia
OPPEDISANO, Federico Orfeo;
2013-01-01
Abstract
La violenza all’infanzia è un drammatico problema ancora sommerso nonostante sia un fenomeno diffuso in tutto il mondo, che investe trasversalmente vari modelli culturali e diverse classi sociali. Molte campagne di comunicazione sociale hanno restituito in forma visiva gli aspetti delle brutalità verso i minori, impiegando particolari lessici e sistemi comunicativi, che appaiono, nel loro insieme, come un “vocabolario visivo” del precario stato emotivo e psicologico generato nei bambini da atti di violenza e abusi. Un vocabolario capace di stimolare, più di esortazioni orali o scritte, riflessioni profonde, attraverso apparati che diventano riflessi di drammi, richiamando, in molti casi, lo stato nel quale la vittima dell’abuso è costretta e le molteplici derive ed effetti connessi al fenomeno. Sono espressioni del design per la comunicazione sociale, che si realizzano attraverso delle metafore visive, connotate da registri narrativi differenziati secondo le declinazioni che può assumere la violenza all’infanzia e condizionati dalla cultura nella quale questa viene praticata. In questo senso diventano delle figurazioni che, oltre a denunciare il fenomeno, lo raccontano, offrendo all’osservatore l’occasione di ampliare gli spazi di riflessione. La pubblicazione raccoglie una serie d’immagini elaborate da varie campagne di comunicazione visiva che affrontano il problema della violenza all’infanzia. I saggi introduttivi intendono illustrare le nuove linee di pensiero che animano il design per un più equo sviluppo sociale e culturale, i caratteri della violenza all’infanzia, il ruolo del design per la comunicazione sociale e restituire le peculiarità dei linguaggi visuali impiegati dalle Campagne, sia per comunicare gli aspetti che contraddistinguono questo drammatico fenomeno sia per valorizzare la difficile azione degli operatori sociali del settore.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.