La rete che qui si propone è nata da una richiesta di informazioni della Commissione Europea, relativa al Country Profile sulle aree a rischio di perdita di biodiversità del suolo. La risposta dovrà pervenire alla Commissione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) entro l’anno 20132. Allo stesso tempo, la rete contribuirà a risolvere i problemi legati alla raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati e delle informazioni esistenti in Italia, in funzione sia della predisposizione di piani e programmi utili alla tutela della biodiversità sia della trasmissione delle esperienze acquisite alle nuove generazioni di ricercatori e operatori ambientali a tutti i livelli. Senza dubbio, la tutela della biodiversità è un tema ambientale di massima importanza, in quanto le scelte sociali, economiche e ambientali prese oggi determineranno in futuro i tassi di sopravvivenza degli individui, di estinzione delle popolazioni, di aspettativa e di qualità di vita delle comunità. Tutelare la biodiversità del suolo è un investimento che non si può trascurare. Si tratta, infatti, di concedere alle generazioni future un fondo di salvaguardia che consenta loro di avere sufficienti risorse alimentari, sanitarie e di benessere derivanti in gran parte dal lavoro nascosto, ma insostituibile, che gli organismi del suolo svolgono all’interno del terreno. Dalla semplice attività di scavo dei canali di aerazione e deflusso idrico nella struttura del suolo, alle numerose reazioni chimiche che consentono i diversi servizi economici, ecologici e sociali riconosciuti al suolo (depurazione delle acque, sequestro di contaminanti e degradazione di quelli più pericolosi, formazione e fertilità dei suoli, conservazione dei beni archeologici e paleontologici, substrato per le infrastrutture, fonte di biomassa per l’alimentazione e il sostentamento dell’uomo e degli altri organismi viventi, regolazione dei cicli bio-geo-chimici, quali, ad esempio, quelli del carbonio, dei nutrienti e dell’acqua). La biodiversità del suolo rappresenta, quindi, un ramo avanzato della conoscenza che non ha ancora ricevuto sufficiente attenzione e considerazione. Nella prima parte di questo documento saranno descritte le funzioni, le fonti di degrado con i relativi costi associati e la biodiversità del suolo. Nella seconda parte saranno riportati la normativa europea e nazionale per la difesa e la tutela del suolo e i programmi di monitoraggio al momento avviati a livello comunitario. Infine, nella terza parte sarà illustrata la proposta di rete di monitoraggio e le fasi e le attività stabilite dal tavolo tecnico. In conclusione, ISPRA ha inteso lanciare tale proposta di rete di monitoraggio della biodiversità e del degrado dei suoli italiani, consapevole dell'importanza di costruire un adeguato supporto di conoscenze alla salvaguardia del suolo e nella convinzione che la vera sfida per arrivare in maniera sostenibile al 2020 e poi al 2050, rispettando gli impegni internazionali, passerà forzatamente per questa tematica.

Programma RE MO. Rete nazionale monitoraggio della biodiversità e del degrado dei suoli

LA TERZA, Antonietta;
2012-01-01

Abstract

La rete che qui si propone è nata da una richiesta di informazioni della Commissione Europea, relativa al Country Profile sulle aree a rischio di perdita di biodiversità del suolo. La risposta dovrà pervenire alla Commissione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) entro l’anno 20132. Allo stesso tempo, la rete contribuirà a risolvere i problemi legati alla raccolta, archiviazione ed elaborazione dei dati e delle informazioni esistenti in Italia, in funzione sia della predisposizione di piani e programmi utili alla tutela della biodiversità sia della trasmissione delle esperienze acquisite alle nuove generazioni di ricercatori e operatori ambientali a tutti i livelli. Senza dubbio, la tutela della biodiversità è un tema ambientale di massima importanza, in quanto le scelte sociali, economiche e ambientali prese oggi determineranno in futuro i tassi di sopravvivenza degli individui, di estinzione delle popolazioni, di aspettativa e di qualità di vita delle comunità. Tutelare la biodiversità del suolo è un investimento che non si può trascurare. Si tratta, infatti, di concedere alle generazioni future un fondo di salvaguardia che consenta loro di avere sufficienti risorse alimentari, sanitarie e di benessere derivanti in gran parte dal lavoro nascosto, ma insostituibile, che gli organismi del suolo svolgono all’interno del terreno. Dalla semplice attività di scavo dei canali di aerazione e deflusso idrico nella struttura del suolo, alle numerose reazioni chimiche che consentono i diversi servizi economici, ecologici e sociali riconosciuti al suolo (depurazione delle acque, sequestro di contaminanti e degradazione di quelli più pericolosi, formazione e fertilità dei suoli, conservazione dei beni archeologici e paleontologici, substrato per le infrastrutture, fonte di biomassa per l’alimentazione e il sostentamento dell’uomo e degli altri organismi viventi, regolazione dei cicli bio-geo-chimici, quali, ad esempio, quelli del carbonio, dei nutrienti e dell’acqua). La biodiversità del suolo rappresenta, quindi, un ramo avanzato della conoscenza che non ha ancora ricevuto sufficiente attenzione e considerazione. Nella prima parte di questo documento saranno descritte le funzioni, le fonti di degrado con i relativi costi associati e la biodiversità del suolo. Nella seconda parte saranno riportati la normativa europea e nazionale per la difesa e la tutela del suolo e i programmi di monitoraggio al momento avviati a livello comunitario. Infine, nella terza parte sarà illustrata la proposta di rete di monitoraggio e le fasi e le attività stabilite dal tavolo tecnico. In conclusione, ISPRA ha inteso lanciare tale proposta di rete di monitoraggio della biodiversità e del degrado dei suoli italiani, consapevole dell'importanza di costruire un adeguato supporto di conoscenze alla salvaguardia del suolo e nella convinzione che la vera sfida per arrivare in maniera sostenibile al 2020 e poi al 2050, rispettando gli impegni internazionali, passerà forzatamente per questa tematica.
2012
9788844805708
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/265984
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