E' stato condotto uno studio sui joints nei depositi Plio-Pleistocenici marini (Postorogeno Auctorum) affioranti tra i fiumi Aso e Tronto ("area marchigiana esterna"). Scopi del lavoro sono stati: a) lo studio sistematico di geometrie, frequenze e distribuzioni architettoniche dei joints, in relazione anche alle diverse litologie e posizioni stratigra-fiche; b) un tentativo di interpretazione genetica, applicando alcune metodologie proposte da vari Autori specialmente in aree di avampaese; e) considerazioni sulle relazioni tra fratturazione e impostazione del reticolo idrografico (a tal fine l'indagine è stata concentrata in alcuni calanchi). I dati raccolti hanno consentito il riconoscimento dei si¬stemi principali di joints, organizzati in coppie di sets, tutti verticali e di carattere estensivo, con le seguenti direzioni: N70° e N150°, N20° e N100°. I joints con direzione N70° e N20° sono, in genere, cronologicamente anteriori a quelli ad andamento N150° e N100° rispettivamente, poiché que¬sti ultimi hanno direzione molto più dispersa e frequentemente si interrompono sugli altri. Sulla base dei numerosi dati e delle osservazioni, il fe¬nomeno del jointing nell'area marchigiana esterna viene in¬terpretato in un quadro di sollevamenti differenziali dall'in¬terno verso l'esterno della catena. Tali sollevamenti avreb¬bero prodotto da un lato una flessurazione ad asse appenni¬nico responsabile dell'origine dei joints con direzione N70° e N150° e dall'altro, in relazione al forte raccorciamento della catena nella sua porzione meridionale, una flessurazione mi¬nore ad asse E-W alla quale si associa la formazione di joints a direzione N20° e N100°.

Jointing nell'area marchigiana esterna: caratteristiche geometriche e significato strutturale

INVERNIZZI, Maria Chiara
1992-01-01

Abstract

E' stato condotto uno studio sui joints nei depositi Plio-Pleistocenici marini (Postorogeno Auctorum) affioranti tra i fiumi Aso e Tronto ("area marchigiana esterna"). Scopi del lavoro sono stati: a) lo studio sistematico di geometrie, frequenze e distribuzioni architettoniche dei joints, in relazione anche alle diverse litologie e posizioni stratigra-fiche; b) un tentativo di interpretazione genetica, applicando alcune metodologie proposte da vari Autori specialmente in aree di avampaese; e) considerazioni sulle relazioni tra fratturazione e impostazione del reticolo idrografico (a tal fine l'indagine è stata concentrata in alcuni calanchi). I dati raccolti hanno consentito il riconoscimento dei si¬stemi principali di joints, organizzati in coppie di sets, tutti verticali e di carattere estensivo, con le seguenti direzioni: N70° e N150°, N20° e N100°. I joints con direzione N70° e N20° sono, in genere, cronologicamente anteriori a quelli ad andamento N150° e N100° rispettivamente, poiché que¬sti ultimi hanno direzione molto più dispersa e frequentemente si interrompono sugli altri. Sulla base dei numerosi dati e delle osservazioni, il fe¬nomeno del jointing nell'area marchigiana esterna viene in¬terpretato in un quadro di sollevamenti differenziali dall'in¬terno verso l'esterno della catena. Tali sollevamenti avreb¬bero prodotto da un lato una flessurazione ad asse appenni¬nico responsabile dell'origine dei joints con direzione N70° e N150° e dall'altro, in relazione al forte raccorciamento della catena nella sua porzione meridionale, una flessurazione mi¬nore ad asse E-W alla quale si associa la formazione di joints a direzione N20° e N100°.
1992
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11581/250428
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact