Appare sempre più chiaro che il Neobrutalismo è stato un movimento interdisciplinare così ramificato da avere delle forti implicazioni anche nell'architettura contemporanea, dove termini come etica, identità, diversità, pensiero critico, diventano, ancora una volta, fattori essenziali in una realtà attuale fortemente caratterizzata da omologazione e globalizzazione Il contenuto dell'articolo e più in generale del libro ha lo scopo di porre in evidenza gli sviluppi che in termini culturali e nello specifico architettonici, produce il significato di neobrutalismo nella contemporaneità. Ciò che si intende sottolineare è il confronto che si stabilisce tra pensiero critico e progetto d’architettura e come, in vista degli attuali eventi che investono la realtà, sia possibile ancora oggi parlare di neobrutalismo Il fenomeno neobrutalista nasce in Inghilterra, sulle rovine di una nazione distrutta dalla guerra. Proprio dal disastro, attraverso una attenta lettura di una realtà schietta e dura i neobrutalisti e più in generale gli esponenti dell’Independent Group traggono spunti e motivazioni per la ricerca di una nuova identità inglese. Così mentre il resto d’Europa si nasconde dietro la visione pittoresca tipica del Neo Realismo, che vede nella cultura vernacolare gli stimoli per una nuova tradizione, in Inghilterra vengono posti in risalto i risvolti politici, culturali, sociali delle periferie londinesi. Attraverso il pensiero as found si intende incidere su una realtà in cui le contraddizioni e le incompatibilità emergono in tutta la loro completezza, come rappresentazione di una società messa a nudo dalla guerra. Con l’intento di affidare al mondo ordinario una valenza estetica Nigel Henderson, sotto la guida della moglie Judith, antropologa allieva del sociologo Richard Peterson , fotografa impalcature, brandelli di stoffa trovati per strada, bambini che giocano, carretti di venditori di latte, fabbriche abbandonate, così come appaiono percorrendo le strade del Bethnal Green . Una lettura urbana stratificata attraverso le macerie e la distruzione. Per lo stesso motivo gli Smithson all’interno di Patio and Pavilion mostrano con disinvoltura ruote di biciclette distrutte, strumenti musicali abbandonati, oggetti consumati e degradati, visti come elementi riesumati dall’olocausto. Lo studio attento e minuzioso di una realtà postbellica, diviene un argomento di ricerca anche per gli Angry Young Men e il Kitchen Sink. Così mentre Giuseppe De Santis nel 1958 dirige il film Cesta duga cudinu dana (una strada lunga un anno), riprendendo scene sulle paludi del lago di Fondi, pochi anni dopo Karel Reisz con Saturday Night and Sunday Morning sottolinea con dura schiettezza le contraddizioni affiorate dalla complessa e controversa società inglese. L’architettura non fa altro che assecondare questi intenti, ponendo in risalto tutto ciò che la realtà propone. La risposta si esprime attraverso un’indagine sull’autenticità dei materiali e della costruzione. Il beton brut di Le Corbusier diviene il manifesto del Neo Brutalismo, considerato come prodotto in grado di possedere una valenza estetica superiore a qualsiasi tipo di rivestimento. Altrettanto forte è il tema del dettaglio elementare ripreso dalle opere di Mies Van der Rohe considerato dai neobrutalisti, non tanto come esemplificazione classica, ma come frutto di una pura ed elementare essenzialità. È possibile riparlare di Neobrutalismo? Ripartendo dalle concezioni socio antropologiche che diedero origine al Neo Brutalismo è assai probabile individuare alcuni punti di contatto con la contemporaneità. Assistiamo oggi a fenomeni e circostanze diverse rispetto al dopoguerra, tuttavia i presupposti che caratterizzano la nostra realtà sono riconducibili, per complessità, solo ad eventi in grado di sconvolgere il pensiero individuale e collettivo dell’essere umano. Per fare alcuni esempi, la globalizzazione ha di fatto azzerato le appartenenze identitarie, la crisi ecologica sta riaffidando alla natura il primato rispetto all’uomo, la recessione economica mondiale alimenta inesorabilmente una condizione di spaesamento e insicurezza nei confronti dell’individuo, l’iperpolis tecnocratica, così come individuata da Tiziana Villani si trasforma sempre più in luogo dell’iperproduzione dell’immagine che il mercato impone sotto il profilo estetico, commerciale ed economico. A fronte di questo panorama si avverte in maniera sottesa ma incisiva, la necessità di recuperare un comportamento etico e responsabile che tenda a sminuire la realtà oggettiva di cui siamo inermi protagonisti e che sia in grado di suggerire nuovi spunti per una riflessione attenta e minuziosa delle azioni dell’uomo, in relazione ai propri mezzi, ai propri fini e moventi. La poetica della sottrazione della schiettezza, della semplicità e dell’essenzialità, pare essere una delle risposte concrete sotto il profilo estetico. Tutto ciò emerge osservando alcune riviste di architettura, di arte, di cinematografia, di letteratura, di musica. Credo che tutto ciò sottintenda un nuovo atteggiamento as found, vale la pena, dunque, approfondire questo argomento. Il volume verrà articolato in due diverse parti. La prima indagherà in modo interdisciplinare sugli sviluppi che, in chiave contemporanea, il tema propone, partendo da una indagine socio-filosofica, attraversando alcune esperienze artistiche e musicali, fino ad arrivare all’architettura. In particolar modo verranno messe a confronto alcune recenti esperienze architettoniche che presentano molti punti di aderenza con le opere del Neo Brutalismo storico. Nella seconda parte verranno invece approfonditi alcuni tratti del Movimento neobrutalista, ripercorrendo l’esperienza artistica legata all’Independent Group, agli Angry Young Men e Kitchen Sink, sino a toccare alcuni diverse opinioni che costituiscono un arricchimento e una visione a tutto campo del nostro tema.

ARCHITETURA ESTREMA, IL NEOBRUTALISMO ALLA PROVA DELLA CONTEMPORANEITA'

EMILI, Anna Rita
2011-01-01

Abstract

Appare sempre più chiaro che il Neobrutalismo è stato un movimento interdisciplinare così ramificato da avere delle forti implicazioni anche nell'architettura contemporanea, dove termini come etica, identità, diversità, pensiero critico, diventano, ancora una volta, fattori essenziali in una realtà attuale fortemente caratterizzata da omologazione e globalizzazione Il contenuto dell'articolo e più in generale del libro ha lo scopo di porre in evidenza gli sviluppi che in termini culturali e nello specifico architettonici, produce il significato di neobrutalismo nella contemporaneità. Ciò che si intende sottolineare è il confronto che si stabilisce tra pensiero critico e progetto d’architettura e come, in vista degli attuali eventi che investono la realtà, sia possibile ancora oggi parlare di neobrutalismo Il fenomeno neobrutalista nasce in Inghilterra, sulle rovine di una nazione distrutta dalla guerra. Proprio dal disastro, attraverso una attenta lettura di una realtà schietta e dura i neobrutalisti e più in generale gli esponenti dell’Independent Group traggono spunti e motivazioni per la ricerca di una nuova identità inglese. Così mentre il resto d’Europa si nasconde dietro la visione pittoresca tipica del Neo Realismo, che vede nella cultura vernacolare gli stimoli per una nuova tradizione, in Inghilterra vengono posti in risalto i risvolti politici, culturali, sociali delle periferie londinesi. Attraverso il pensiero as found si intende incidere su una realtà in cui le contraddizioni e le incompatibilità emergono in tutta la loro completezza, come rappresentazione di una società messa a nudo dalla guerra. Con l’intento di affidare al mondo ordinario una valenza estetica Nigel Henderson, sotto la guida della moglie Judith, antropologa allieva del sociologo Richard Peterson , fotografa impalcature, brandelli di stoffa trovati per strada, bambini che giocano, carretti di venditori di latte, fabbriche abbandonate, così come appaiono percorrendo le strade del Bethnal Green . Una lettura urbana stratificata attraverso le macerie e la distruzione. Per lo stesso motivo gli Smithson all’interno di Patio and Pavilion mostrano con disinvoltura ruote di biciclette distrutte, strumenti musicali abbandonati, oggetti consumati e degradati, visti come elementi riesumati dall’olocausto. Lo studio attento e minuzioso di una realtà postbellica, diviene un argomento di ricerca anche per gli Angry Young Men e il Kitchen Sink. Così mentre Giuseppe De Santis nel 1958 dirige il film Cesta duga cudinu dana (una strada lunga un anno), riprendendo scene sulle paludi del lago di Fondi, pochi anni dopo Karel Reisz con Saturday Night and Sunday Morning sottolinea con dura schiettezza le contraddizioni affiorate dalla complessa e controversa società inglese. L’architettura non fa altro che assecondare questi intenti, ponendo in risalto tutto ciò che la realtà propone. La risposta si esprime attraverso un’indagine sull’autenticità dei materiali e della costruzione. Il beton brut di Le Corbusier diviene il manifesto del Neo Brutalismo, considerato come prodotto in grado di possedere una valenza estetica superiore a qualsiasi tipo di rivestimento. Altrettanto forte è il tema del dettaglio elementare ripreso dalle opere di Mies Van der Rohe considerato dai neobrutalisti, non tanto come esemplificazione classica, ma come frutto di una pura ed elementare essenzialità. È possibile riparlare di Neobrutalismo? Ripartendo dalle concezioni socio antropologiche che diedero origine al Neo Brutalismo è assai probabile individuare alcuni punti di contatto con la contemporaneità. Assistiamo oggi a fenomeni e circostanze diverse rispetto al dopoguerra, tuttavia i presupposti che caratterizzano la nostra realtà sono riconducibili, per complessità, solo ad eventi in grado di sconvolgere il pensiero individuale e collettivo dell’essere umano. Per fare alcuni esempi, la globalizzazione ha di fatto azzerato le appartenenze identitarie, la crisi ecologica sta riaffidando alla natura il primato rispetto all’uomo, la recessione economica mondiale alimenta inesorabilmente una condizione di spaesamento e insicurezza nei confronti dell’individuo, l’iperpolis tecnocratica, così come individuata da Tiziana Villani si trasforma sempre più in luogo dell’iperproduzione dell’immagine che il mercato impone sotto il profilo estetico, commerciale ed economico. A fronte di questo panorama si avverte in maniera sottesa ma incisiva, la necessità di recuperare un comportamento etico e responsabile che tenda a sminuire la realtà oggettiva di cui siamo inermi protagonisti e che sia in grado di suggerire nuovi spunti per una riflessione attenta e minuziosa delle azioni dell’uomo, in relazione ai propri mezzi, ai propri fini e moventi. La poetica della sottrazione della schiettezza, della semplicità e dell’essenzialità, pare essere una delle risposte concrete sotto il profilo estetico. Tutto ciò emerge osservando alcune riviste di architettura, di arte, di cinematografia, di letteratura, di musica. Credo che tutto ciò sottintenda un nuovo atteggiamento as found, vale la pena, dunque, approfondire questo argomento. Il volume verrà articolato in due diverse parti. La prima indagherà in modo interdisciplinare sugli sviluppi che, in chiave contemporanea, il tema propone, partendo da una indagine socio-filosofica, attraversando alcune esperienze artistiche e musicali, fino ad arrivare all’architettura. In particolar modo verranno messe a confronto alcune recenti esperienze architettoniche che presentano molti punti di aderenza con le opere del Neo Brutalismo storico. Nella seconda parte verranno invece approfonditi alcuni tratti del Movimento neobrutalista, ripercorrendo l’esperienza artistica legata all’Independent Group, agli Angry Young Men e Kitchen Sink, sino a toccare alcuni diverse opinioni che costituiscono un arricchimento e una visione a tutto campo del nostro tema.
2011
9788874623754
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